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Tagli Pnrr, presidente Anci scrive ai parlamentari toscani

Tagli Pnrr, presidente Anci scrive ai parlamentari toscani.

Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana, sindaco di Prato, ha inviato una lettera ai parlamentari toscani “per chiedere un urgente intervento del Parlamento che faccia chiarezza sul destino dei progetti ‘stornati’ dai finanziamenti del Pnrr”.

Tagli Pnrr per i quali i sindaci senesi venerdì 4 agosto protestano con un presidio in piazza Duomo a Siena.

Biffoni: “La questione relativa alle modifiche annunciate al Pnrr sta allarmando tutti i nostri sindaci. Dalle grandi città ai piccoli borghi, la preoccupazione concreta è che gli interventi, molti dei quali già in via di realizzazione, non possano essere portati a termine. Dai nostri primi calcoli, per i Comuni toscani il taglio ammonterebbe a circa 600 milioni. Per gli interventi sulla valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica, si tratterebbe di 227,35 sui 240,9 milioni previsti per finanziare i 1410 progetti in corso. Per la rigenerazione urbana taglio di 306,9 su 355,7 milioni, per 199 progetti.  Per i piani urbani integrati di 53 su 64 milioni, per 16 progetti. Per le aree interne di 13,3 su 14,3 milioni, per 28 progetti. Oltre al parziale definanziamento delle Case di comunità, che comunque hanno ricadute su Comuni e territori”

Poi il presidente Anci Toscana: “In questo quadro il ministro Fitto, nella sua relazione alla Camera, ha evidenziato anche un rischio. Che gli interventi di competenza dei Comuni per la messa in sicurezza del territorio (6 miliardi), la rigenerazione urbana (3,3 miliardi) e i piani urbani integrati (2,49 miliardi) possano risultare non facilmente rendicontabili rispetto alla conformità agli obiettivi del Piano.

Il riferimento, in particolare, è fatto al principio “Do No Significant Harm (DNSH)” che prevede che gli interventi previsti dal PNRR non debbano arrecare alcun danno significativo all’ambiente, cosa che deve essere dimostrata con elaborati tecnici e progettuali, che in tali progetti mancano.  Si tratta infatti di ‘progetti in essere, cioè elaborati e finanziati in gran parte prima del PNRR con fondi nazionali, e poi fatti confluire dal Governo Conte nel Piano.  Si tratta complessivamente di 67 miliardi che riguardano molti interventi, non solo quelli dei Comuni. È bene ribadire che come sistema dei Comuni avevamo segnalato sin da subito, ad inizio 2021, i rischi e le complessità di questo primo cambio di finanziamento, evidenziando tutte le difficoltà correlate. Comunque i sindaci si sono adeguati. E dati alla mano, la percentuale di avanzamento dei progetti di loro competenza sono oggi superiori rispetto alla media”.

Continua Biffoni: “Adesso la doccia fredda, con un nuovo cambio di finanziamento. Il ministro ha rassicurato che nessun progetto perderà le risorse. Ma finora non abbiamo contezza di quali saranno le nuove fonti. Ha affermato che le procedure in corso non devono essere interrotte. Ma probabilmente a livello ministeriale non conoscono le esigenze che regolano la contabilità degli Enti Locali”.

“Tutto ciò detto, è evidente che le preoccupazioni dei sindaci sono più che giustificabili. Quello che chiediamo è che anche il Parlamento faccia il possibile per arrivare al più presto a un chiarimento di questa situazione. Affinché i nostri Comuni non rischino di vedere vanificati il grande impegno e i notevoli sforzi fatti fino ad ora. Ne va del miglioramento concreto delle città, dei territori e della qualità della vita dei cittadini”.

 

© Riproduzione riservata

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