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Carta Valore, come cambia il bonus cultura per i giovani

Dal 2027 la Carta Valore sostituirà la 18App, la Carta della Cultura e la Carta del Merito, riordinando in un unico strumento gli incentivi pubblici destinati ai giovani. La misura è prevista nella bozza della legge di bilancio 2026 e mira a sostenere la partecipazione culturale dei neodiplomati.

L’iniziativa si inserisce nel percorso di revisione delle politiche per la cultura giovanile avviato negli ultimi anni, con l’obiettivo di rendere più mirato l’intervento pubblico e di collegarlo al completamento del percorso di studi. La Carta Valore rappresenta quindi una nuova impostazione: un’unica piattaforma digitale, criteri omogenei e una dotazione economica annuale definita.

Chi resta fuori dal nuovo bonus

Secondo la norma in bozza, la Carta Valore sarà riservata a chi conseguirà un diploma di scuola secondaria superiore o un titolo equivalente entro l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età. L’assegnazione sarà automatica: non servirà presentare domanda, e la carta sarà attiva l’anno successivo al conseguimento del titolo.

Il credito, il cui importo sarà stabilito annualmente, potrà essere speso per l’acquisto di libri, biglietti per cinema, teatri, musei, concerti, abbonamenti editoriali e corsi di formazione culturale o linguistica. Le somme caricate non incideranno né sull’Isee né sul reddito imponibile dei beneficiari.

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Il requisito del diploma nei tempi ordinari è l’elemento che distingue la nuova misura dalle precedenti. Non potranno quindi accedere alla carta gli studenti che si diplomano con un anno di ritardo, chi interrompe il percorso di studi o chi frequenta i percorsi di formazione professionale triennali regionali. Si tratta di corsi che rilasciano una qualifica, ma non un diploma.

La scelta di collegare l’accesso al completamento del ciclo scolastico regolare è spiegata dal governo come uno stimolo a proseguire gli studi e a favorire la continuità formativa. Secondo le organizzazioni studentesche, invece, il vincolo ridurrebbe la platea di beneficiari. Il confronto su questo punto rimane aperto e potrà essere affrontato durante l’esame parlamentare della legge.

Il ritorno del merito

La Carta Valore si colloca in una linea di continuità con le precedenti esperienze, ma modifica il criterio di accesso. Dopo la 18App, che riconosceva 500 euro a tutti i diciottenni, e le successive Carte della Cultura e del Merito, che distinguevano tra reddito e rendimento, la nuova formula adotta un parametro unico: il conseguimento del diploma entro i tempi ordinari.

In questo modo, la misura supera la distinzione tra merito e bisogno, ma introduce un collegamento diretto tra cultura e istruzione. L’intento dichiarato è quello di valorizzare la conclusione del percorso di studi, non di premiare votazioni elevate o situazioni economiche specifiche.

La definizione dell’importo nominale e dei criteri di utilizzo sarà affidata ogni anno al Ministero della Cultura, di concerto con il Ministero dell’Economia e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’intervento mira anche a semplificare la gestione amministrativa, concentrando in un’unica piattaforma il sistema dei bonus.

Secondo il quadro allegato alla manovra, la dotazione economica prevista è di 180 milioni di euro l’anno. Non è ancora noto se il valore individuale resterà di 500 euro, come per la 18App, o se varierà in base alla platea dei beneficiari.

Dietro le quinte della nuova carta

La Carta Valore sarà interamente digitale e gestita tramite la piattaforma PagoPA, già utilizzata per le precedenti carte. Gli esercenti accreditati – librerie, teatri, musei, cinema, rivenditori di strumenti musicali e testate giornalistiche – dovranno rendicontare le operazioni entro 90 giorni per ricevere il rimborso.

Il sistema prevede controlli periodici per prevenire frodi o utilizzi impropri. In caso di irregolarità, il Ministero potrà sospendere la carta, revocare i rimborsi e applicare sanzioni da 1.000 euro fino a cinquanta volte l’importo indebitamente speso.

Le risorse non utilizzate entro la scadenza torneranno al bilancio dello Stato. Dal 1° gennaio 2027 saranno abrogate le norme che regolano le precedenti Carte della Cultura e del Merito. Il regime transitorio resterà valido solo per chi maturerà i requisiti entro il 31 dicembre 2025.

L’impostazione amministrativa è pensata per semplificare la gestione e assicurare tracciabilità. La misura, inserita nel quadro complessivo della legge di bilancio, si affianca alle politiche di sostegno alle famiglie e alla razionalizzazione delle spese in materia di istruzione e cultura.

 

Giovani

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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