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Cosa fare (e cosa evitare) nel 2026 per rimanere in salute: i 10 consigli degli esperti

Mangiare più lentamente, controllare le scadenze dei farmaci, spegnere lo smartphone almeno ogni tanto e aprire le finestre di casa: non è un elenco di buoni propositi destinati a naufragare dopo l’Epifania, ma alcuni dei consigli per un 2026 in salute che l’Istituto superiore di sanità ha stilato con l’obiettivo di rendere la prevenzione concreta e quotidiana. Un promemoria scientifico, e realistico allo stesso tempo, per ricordare che prendersi cura di sé non richiede rivoluzioni, ma più semplicemente piccoli gesti quotidiani che, messi insieme, possono fare la differenza. Il 2026 insomma può essere “l’anno buono per abbandonare vecchie abitudini poco sane e abbracciarne di nuove, all’insegna della salute e del benessere nostro e di tutta la comunità”, dichiara il presidente dell’Iss Rocc Bellantone, tenendo in considerazione ogni sfaccettatura del nostro “bene più prezioso, la salute sia fisica che psicologica”. Con l’obiettivo di “vivere più a lungo e meglio”.

Ecco dunque il decalogo per un 2026 più sano.

Mangiamo con lentezza e consapevolezza

“Per favorire la digestione e perché il cibo è anche cultura e convivialità”, invita Laura Rossi del Reparto alimentazione, nutrizione e salute dell’Iss. “Mangiare lentamente significa prestare attenzione non solo a cosa mangiamo, ma anche a come e perché lo facciamo. Le evidenze scientifiche mostrano che consumare i pasti lentamente e con attenzione migliora la regolazione dell’appetito, mentre mangiare di fretta o in modo distratto porta più facilmente ad assumere calorie oltre il necessario. Un pasto vissuto con calma, inoltre, riduce lo stress fisiologico e favorisce una digestione più efficiente. In pratica, il primo passo è ritagliarsi un momento davvero dedicato al pasto: sedersi a tavola, limitare distrazioni come TV o smartphone ed evitare, quando possibile, di saltare la pausa pranzo o mangiare alla scrivania. Prima di servirci, è utile chiederci quanta fame abbiamo davvero: così evitiamo di riempire troppo il piatto. Durante il pasto, masticare bene, fare piccole pause e riconoscere i segnali di sazietà aiuta a rispettare i bisogni del corpo. Anche la scelta degli alimenti conta: piatti semplici, vari, ricchi di vegetali e poco conditi favoriscono il benessere e il mantenimento di un peso adeguato. Infine, mangiare con calma è anche un’occasione di convivialità: condividere il pasto con altre persone, quando possibile, rende più piacevole l’esperienza e rafforza il valore sociale e culturale del cibo”.

Controlliamo la data di scadenza dei medicinali prima di assumerli

“Un farmaco non è per sempre”, avverte Giulio Pisani del Centro nazionale controllo e valutazione dei farmaci dell’Iss. La scadenza, indicata sulla confezione, è definita dal produttore in base a studi sulla stabilità del medicinale. Entro il periodo di validità, il farmaco conserva le sue proprietà terapeutiche e può essere somministrato in modo sicuro, purché vengano rispettate le istruzioni di conservazione fornite dal produttore”. Inoltre, è importante “verificare attentamente che la confezione sia integra e che non presenti segni di alterazione, poiché eventuali danni potrebbero compromettere la qualità e la sicurezza del farmaco. Superata la data di scadenza, non è più garantita né l’efficacia né la sicurezza del prodotto, e pertanto il farmaco deve essere correttamente smaltito negli appositi contenitori disponibili presso farmacie o strutture sanitarie, al fine di prevenire rischi per la salute pubblica e per l’ambiente”.

Interagiamo con gli animali

“Per ridurre l’ansia, lo stress e il senso di solitudine”, raccomanda Francesca Cirulli del Centro di riferimento scienze comportamentali e salute mentale dell’Iss. “Questo tipo di interazione è parte integrante dell’esistenza umana ed è in grado di influenzare positivamente la nostra vita. Gli animali offrono un supporto emotivo prezioso riducendo lo stress, l’ansia e la sensazione di solitudine. Inoltre, gli animali da compagnia incoraggiano uno stile di vita più attivo e le relazioni sociali, promuovendo indirettamente la nostra salute. Grazie alla loro capacità di catalizzare relazioni empatiche, gli animali da compagnia sono stati inseriti da alcuni anni in contesti terapeutici o relazionali: gli animali sono in grado di creare un ambiente più rilassato, favorevole alla condivisione di stati emotivi. Poiché lo stress interferisce con l’apprendimento e le prestazioni degli studenti, gli animali da compagnia possono trovare una collocazione anche all’interno di programmi educativi speciali”.

Doniamo il sangue

“È semplice, sicuro e aiuta a mantenere sotto controllo la nostra salute. E a migliorare quella degli altri”, sottolinea Ursula La Rocca del Centro nazionale sangue dell’Iss. “Non è solo un gesto dall’alto valore solidaristico, ma è prima di tutto un aiuto concreto per gli oltre 1.700 pazienti che ogni giorno hanno bisogno di una trasfusione. Le trasfusioni nel 2024 sono state 2,8 milioni, una ogni 12 secondi. E non dimentichiamoci del plasma, che è la parte liquida del sangue che serve a produrre i cosiddetti farmaci plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline, su cui si basano molte terapie salvavita e per cui l’Italia non è ancora autosufficiente”.

Limitiamo l’uso dei dispositivi elettronici

“Un’ora al giorno in meno su smartphone & co. per riprenderci il nostro spazio mentale”, è la ‘ricetta’ di Adele Minutillo del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss. “La tecnologia è parte della nostra vita quotidiana, ma oggi sappiamo che un uso eccessivo di device e App può favorire comportamenti problematici, ridurre la capacità di concentrazione, alterare il sonno, compromettere le relazioni sociali. Tra i suggerimenti che contribuiscono a un uso consapevole della tecnologia possiamo proporre ‘un’ora in meno al giorno sui dispositivi‘. Questo suggerimento non è una rinuncia, ma un gesto di attenzione alla nostra salute. Ridurre anche solo di un’ora libera risorse attentive, abbassa lo stress legato alle notifiche continue e restituisce tempo di qualità alle relazioni e alle attività significative. Per riuscirci bastano piccole accortezze: disattivare notifiche non necessarie, impostare limiti automatici sulle App più usate, creare un piccolo rituale di disconnessione serale e sostituire il tempo online con attività che generano benessere. Non è essere contro la tecnologia: è scegliere di usarla in modo che sia davvero al servizio della nostra salute”.

Leggiamo di più

“La lettura e una piccola cura quotidiana alla portata di tutti”, ricorda Antonio Mistretta del Servizio comunicazione scientifica dell’Iss. “Leggere fa bene alla salute, è davvero una piccola cura quotidiana: leggere allena la mente, riduce lo stress, rafforza la memoria e migliora la capacità di concentrazione. Ma soprattutto nutre l’empatia: entrando nelle storie degli altri impariamo a riconoscere emozioni, fragilità, punti di vista diversi dai nostri. I libri accendono la curiosità, tengono viva la capacità di porre domande, contrastano la superficialità e l’isolamento. Per questo la lettura è anche un potente fattore di coesione sociale: crea ponti tra persone, generazioni, culture. Per un 2026 in salute, troviamo ogni giorno qualche minuto per leggere, regaliamoci ogni giorno qualche pagina: è un investimento semplice, accessibile e straordinariamente efficace per il benessere individuale e collettivo”.

Manteniamo pulita l’aria di casa

“Cominciamo aprendo più spesso le finestre”, esorta Gaetano Settimo del Reparto esposizione ai contaminanti dell’aria dell’Iss. “L’aria nelle nostre case è spesso più inquinata di quella esterna. In particolare, candele, diffusori di fragranze, incensi e olii essenziali, che rendono l’atmosfera accogliente, nascondono rischi per l’aria che respiriamo. Quindi in questo periodo di feste, ma anche nel corso di tutto l’anno, non eccediamo con l’uso di diffusori di profumi, incensi, spray, oli essenziali, candele profumate, che rilasciano sostanze organiche volatili che si accumulano e inquinano l’aria indoor causando possibili irritazioni a gola, naso, occhi, mal di testa, allergie, problemi respiratori e cardiocircolatori. Non fumiamo in casa e controlliamo periodicamente le sorgenti di combustione (fornelli, camini, stufe, caldaie, scaldabagni a gas), che possono rilasciare inquinanti come il monossido di carbonio provocando avvelenamenti a volte fatali. Puliamo regolarmente i filtri dei condizionatori. E infine un consiglio semplice, ma molto efficace: per evitare di accumulare gli inquinanti chimici, biologici, fisici, umidità e CO2 indoor, sia in estate che in inverno, apriamo spesso le finestre e balconi più distanti dalle strade più trafficate“.

Aderiamo alle campagne di screening del Servizio sanitario nazionale

E facciamo scelte salutari. Ogni giorno“, è il monito di Giovanni Capelli del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Iss. “Può essere che nel 2026 ci recapitino una lettera di convocazione a campagne di screening, di vaccinazione o di invito a una intervista di sorveglianza con il logo della nostra Asl. Rispondiamo alla chiamata: è una grande occasione. Potranno essere magari non comodissimi gli orari che ci vengono proposti, sconosciuti gli indirizzi a cui presentarsi, ma in genere le istruzioni sono chiare. Ignorandole, o pensando che ‘tanto a me non serve’, mettiamo solo a rischio noi stessi, perché una nostra malattia potrebbe finire per essere identificata troppo tardi. E nuociamo anche alla collettività, perché usare tutte le risorse per trattare patologie molto avanzate ne toglie per le cure a chi, meno grave, potrebbe facilmente migliorare di più o guarire. E impegniamoci noi stessi, ogni giorno, a fare prevenzione, compiendo scelte salutari: smettiamo di fumare, non abusiamo di alcol, facciamo attività fisica e curiamo l’alimentazione. Ad ogni età si può trarre vantaggio dal movimento, anche svolgendo un’attività moderata come fare le scale, camminare ogni volta che si presenta l’occasione, fare giardinaggio, ballare o andare in bicicletta. E prendiamoci cura della nostra dieta”.

Muoversi di più a piedi o in bicicletta

“Fa bene al fisico e alla mente e riduce l’inquinamento”, continua Valentina Minardi del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Iss. “È un modo efficace per fare esercizio e aiuta a stare meglio, perché riduce il rischio cardiovascolare e l’insorgenza del diabete, aiutando il controllo del peso corporeo. I pendolari in bicicletta hanno un rischio inferiore del 46% di sviluppare malattie cardiache, del 45% di sviluppare il cancro e del 30% del rischio di insorgenza di diabete di tipo 2. Il miglioramento è anche per la salute mentale: infatti, camminare e andare in bicicletta aumenta il flusso sanguigno, rilascia endorfine e riduce i livelli generali di stress. Può migliorare l’umore generale e la qualità del sonno, ridurre lo stress, l’ansia e il senso di spossatezza. Fa bene agli altri perché riduce le emissioni di gas inquinanti e determina una riduzione dell’inquinamento acustico. Infine, fa bene alla comunità perché può determinare una percezione di maggiore supporto sociale e di minore stress. Sebbene la mobilità attiva possa incrementare l’esposizione ad agenti inquinanti o al rischio di infortuni in chi la fa, i benefici eccedono i rischi in un rapporto di quasi nove a uno”.

Stiamo attenti alle fake news

“Affidiamoci a fonti autorevoli”, conclude Pier David Malloni dell’ufficio stampa dell’Iss. “La cosiddetta ‘infodemia’, cioè il proliferare di notizie false o errate, è molto pericolosa. Secondo l’Oms ‘causa confusione e comportamenti che mettono a rischio la salute. Porta a sfiducia nelle autorità sanitarie e mina le risposte di salute pubblica. Può intensificare o allungare le epidemie’. Condividere e diffondere notizie false, quindi, non è una cosa da prendere alla leggera, e al contrario diventare un ‘cacciatore di bufale’ ha un effetto positivo molto grande. Anche per chi è esperto, riconoscere una notizia falsa può essere difficile. Se si è nel dubbio c’è qualche domanda che ci si può fare: i fatti e i numeri descritti sono accurati? Quali sono le fonti? Se si tratta di uno studio, magari che riguarda la salute, è stato pubblicato su una rivista scientifica autorevole o è stato condotto da esperti qualificati? Tutte le grandi agenzie sanitarie, come l’Oms e l’Ecdc, hanno sui propri siti materiale affidabile, utile anche per ‘smontare’ le bufale che circolano maggiormente. Anche in Italia possiamo trovare informazioni utili su diversi siti”, come quello dell’Iss stesso.

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content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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