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Lavoro domestico, Savia (Nuova Collaborazione): “Bene Decreto flussi, ma non è abbastanza”

“Accogliamo con favore l’approvazione definitiva del Dpcm sui flussi e il via libera al decreto-legge, approvato lo scorso 4 settembre, con il quale viene prorogata la sperimentazione per il triennio 2026- 2028 e reintrodotto il tetto di 10mila ingressi per l’assistenza a disabili e grandi anziani”. Commenta così, Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione, associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, il traguardo delle famiglie di aver ottenuto un quadro di riferimento più chiaro.

“Ma non basta – aggiunge Savia -: ora serve una riforma strutturale, stabile e senza limiti temporali”.

Progresso nella regolamentazione del lavoro domestico

Il decreto di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale nel territorio italiano è l’atto amministrativo con il quale il Governo stabilisce ogni anno quanti cittadini stranieri non comunitari possono entrare in Italia per motivi di lavoro.

Il presidente Savia ha definito i progressi nella regolamentazione del lavoro domestico come “un passo avanti importante, ma resta una misura temporanea. Il lavoro domestico è un pilastro silenzioso del welfare italiano e la figura dei badanti è diventata indispensabile per milioni di famiglie che, ogni giorno, affrontano da sole il peso dell’assistenza a persone anziane e fragili.”

La dimensione del fenomeno

Nel 2024, secondo gli ultimi dati Inps, la percentuale delle badanti (50,5%) ha superato per la prima volta quella delle colf (49,5%) confermando i dati sull’invecchiamento della popolazione italiana. In questo scenario, i numeri dei lavoratori domestici regolari sono scesi a 817.403, con un calo del 3% in un anno e 158mila posizioni perse dal 2021. Quasi un addetto su due lavora in nero, senza contratto, tutele o contributi. E solo il 4% dispone oggi di una certificazione formale.

“Di fronte a questi dati – prosegue Savia – non possiamo limitarci a rincorrere le emergenze con provvedimenti spot. È indispensabile andare oltre la logica dei numeri contingenti e costruire una riforma organica che metta al centro le famiglie italiane: canali di ingresso programmati e stabili, regole semplici, snellimenti burocratici, lotta decisa al lavoro nero e investimenti concreti nella formazione e certificazione delle competenze. Solo così potremo rafforzare davvero un settore che è essenziale per la tenuta del welfare del Paese.”

Famiglia

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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