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Storia del bacio, 21 milioni di anni fa fu scoperto il “primo”: ma a cosa serviva?

Se pensate che il bacio sia un gesto universale e senza tempo, la storia antica potrebbe rivelare retroscena affascinanti e complessi. Grazie a una nuova ricerca condotta dall’Università di Oxford e dal Florida Institute of Technology è stato possibile tracciare l’albero genealogico del bacio, scoprendo che questa interazione ha radici profonde che risalgono a oltre 21 milioni di anni fa, rendendola un tratto evolutivo antico e ben conservato nelle grandi scimmie.

Lo studio, pubblicato su Evolution and Human Behavior, non si è limitato ai primati moderni, ma ha fornito la prima prova concreta che anche i nostri parenti estinti, i Neanderthal, con ogni probabilità si scambiavano baci.

Il mistero evolutivo del contatto bocca a bocca

Il bacio rappresenta un vero e proprio enigma per la biologia evolutiva. Perché un comportamento che apparentemente non offre chiari benefici alla sopravvivenza o alla riproduzione è così diffuso, specialmente considerando gli alti costi potenziali derivanti dal trasferimento di malattie e microbi?

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori – tra cui l’autrice principale Matilda Brindle (biologa evolutiva di Oxford) e Catherine Talbot (assistente professoressa al Florida Tech) – hanno dovuto prima definire cosa fosse un “bacio” in termini scientifici, evitando definizioni “troppo umane”. Le due ricercatrici hanno stabilito che il bacio è “un’interazione non agonistica (non aggressiva), intraspecifica (tra individui della stessa specie), che coinvolge un contatto orale-orale diretto con un certo movimento delle labbra/parti della bocca e nessun trasferimento di cibo”.

Applicando questa definizione e utilizzando metodi filogenetici per ricostruire la storia evolutiva, il team ha mappato il tratto del bacio sull’albero genealogico dei primati. I risultati sono stati sorprendenti.

Il “primo” bacio

Il bacio è apparso per la prima volta nell’antenato comune delle grandi scimmie (Hominidae). Si stima che questo evento evolutivo si sia verificato tra 21,5 e 16,9 milioni di anni fa. Il tratto è stato poi mantenuto: oggi, il bacio è stato osservato nella maggior parte delle grandi scimmie esistenti, inclusi bonobo, scimpanzé, oranghi e gorilla occidentali.

Stuart West, co-autore e professore di biologia evolutiva a Oxford, ha sottolineato l’importanza di questo approccio: “Integrando la biologia evolutiva con i dati comportamentali, siamo in grado di fare inferenze informate su tratti che non si fossilizzano, come il bacio. Questo ci permette di studiare il comportamento sociale sia nelle specie moderne che in quelle estinte”.

I Neanderthal e il bacio dell’antichità

I ricercatori hanno esteso la loro analisi anche ai Neanderthal, scoprendo che il bacio era probabilmente una pratica comune anche per loro. L’analisi ha indicato che il bacio era presente con alta probabilità nei Neanderthal (stimata all’84,3%). Un dato che si allinea con precedenti scoperte basate sul Dna antico: in passato, studi sul microbioma orale avevano suggerito che gli umani moderni e i Neanderthal si fossero trasferiti specie microbiche tramite scambi orali per un certo periodo dopo la loro divergenza. Le vie di trasmissione potevano includere la condivisione del cibo, la premasticazione (masticazione preventiva) o, appunto, il bacio. I nuovi risultati rafforzano fortemente l’ipotesi che si baciassero.

Perché i primati si baciavano?

Se il bacio è così antico, qual era la sua funzione originaria? Gli scienziati hanno esaminato diverse ipotesi, correlando la presenza del bacio con altre variabili della storia di vita degli animali. I risultati preliminari indicano che il bacio tende ad associarsi a:
1. Sistemi di accoppiamento, indicando forse un legame con la selezione sessuale post-coito.
2. Diete non folivore (non basate prevalentemente su foglie).
3. Premasticazione (la pratica di pre-masticare il cibo prima di condividerlo, spesso con i cuccioli).

La premasticazione è presente in tutte le grandi scimmie in cui è stato osservato il bacio. Gli scienziati ipotizzano che la premasticazione – un comportamento che richiede già un contatto bocca a bocca per nutrire i piccoli – possa aver fornito il “come” si è evoluto il bacio (attraverso un processo chiamato exaptation). In altre parole, l’atto fisico del contatto orale-orale per condividere il cibo è stato successivamente “dirottato” per scopi sociali o sessuali.

Per quanto riguarda la funzione attuale (il “perché”), secondo le ricercatrici, il bacio può servire a diversi scopi:
Valutazione del partner: I baci sessuali possono influenzare il successo riproduttivo consentendo la valutazione della qualità del partner tramite segnali olfattivi, come l’odore del respiro o il microbioma orale.
• Legame sociale: I baci platonici e sessuali possono servire a scopi affiliativi, aiutando a navigare le relazioni, mitigare la tensione e aumentare il legame sociale nelle specie sociali.

Matilda Brindle ha concluso che, sebbene il bacio sia significativo a livello culturale per gli esseri umani, le sue radici evolutive affondano molto più in profondità di quanto si pensasse, offrendo un quadro per future ricerche sul comportamento sociale dei primati.

“Sebbene baciare possa sembrare un comportamento ordinario o universale, è documentato solo nel 46% delle culture umane”, ha aggiunto la dottoressa Caterina Talbot. “Le norme sociali e il contesto variano notevolmente da una società all’altra, sollevando la questione se il bacio sia un comportamento evoluto o un’invenzione culturale e questo è stato il primo passo per affrontare il problema”.

Mondo

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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