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Per il progetto di Darsena Europa Legambiente chiede garanzie su ambiente e biodiversità

Progetto Darsena Europa a Livorno, Legambiente prende posizione. Lo fa in occasione della tappa di Goletta Verde a Livorno di ieri (2 luglio). 

L’associazione chiede un tavolo di confronto che coinvolga anche le associazioni e i referenti locali per vigilare sugli impatti sull’ambiente e sulla biodiversità dell’opera.

“Una grande opera pubblica determina sempre un coacervo pressoché inestricabile di speranze e di preoccupazioni – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Darsena Europa, da questo punto di vista, è l’esempio plastico di un progetto pensato in grande, per indurre e generare nuovi e crescenti flussi trasportistici e commerciali. L’esperienza, però, ci insegna che non sempre tale postura predittiva si rivela esatta. Occorre vigilare sempre lungo l’iter realizzativo, affinché gli impatti negativi dell’opera non abbiano mai a superare quelli positivi, pure attesi”.

“La realizzazione della Darsena – spiega Legambiente – se eseguita correttamente, può essere una grande opportunità per intraprendere percorsi di sviluppo sul lavoro a zero emissioni dei porti nell’ottica di una corretta transizione energetica, che guardi al cold ironing (l’alimentazione elettrica da terra delle navi ormeggiate mentre i suoi motori principali e ausiliari sono spenti) e che preveda un approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili dalle banchine. A tal proposito il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha stanziato 700 milioni di euro per la costruzione di impianti di cold ironing, che sarebbero anche un primo passo verso la decarbonizzazione del settore. Si tratta di un intervento ancor più necessario nell’ambito del progetto Darsena Europa, che potrebbe consentire l’approvvigionamento da fonti rinnovabili prodotte localmente”.

Legambiente ha fatto confluire le sue osservazioni alla procedura di Via istruita dal Mase e redatte dall’associazione nel marzo 2023. Tra queste, chiede i”un monitoraggio permanente, di restituire il suolo alla condizione ante operam, valutare e mitigare i disturbi agli animali nel sito della rete Natura 2000, censire i ricettori del rumore prodotto in fase di lavorazione e produrre un piano delle emissioni in aria”. 

Legambiente ricorda infine che il parere ministeriale riguarda la sola fase 1 del progetto, ossia il processo di realizzazione delle strutture portuali. “Infatti – conclude l’associazione – non sono state valutate le conseguenze ambientali dell’esercizio dell’opera, ossia l’aumento del traffico navale e il permanere dell’imponente struttura nel tempo. L’incremento del passaggio delle navi da crociera, già oggi fonte di forte inquinamento atmosferico a Livorno e lungo la costa adiacente, avrà inevitabili ricadute sulla salute ambientale delle coste toscane”.

 

© Riproduzione riservata

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