fbpx
26.8 C
Empoli
lunedì 4 Agosto 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Casa Optima, l’altra faccia dell’M&A all’italiana

(Adnkronos) – L’accordo è miliardario. L’opportunità di valore, planetaria. L’operazione, una sorta di spartiacque. Ma anche un cambio di passo nell’M&A in Italia. Da una parte ci sono i colossi nazionali che comprano brand internazionali: Ferrero ha acquisito Wk Kellogg, americana mentre Newprinces (ex Newlat, amministratore delegato Angelo Mastrolia) ha rilevato Carrefour Italia e, da Kraft-Heinz, il marchio Plasmon che torna così sotto bandiera tricolore dopo circa un decennio. Dall’altra c’è Casa Optima, azienda attiva nel B2B dei prodotti per gelateria, pasticceria e beverage artigianali. Il gruppo sta per passare di mano: dal fondo britannico Charterhouse a un consorzio di investitori guidato dal private equity Terlos, con quartier generale a Londra e il cui managing partner Javier Ferran è anche presidente di Casa Optima, da un veicolo posseduto da Adia, fondo sovrano di Abu Dhabi, e da Gic, fondo sovrano di Singapore. L’accordo vale 900 milioni di euro: al cambio si supera il miliardo di dollari. Per Francesco Fattori, Ceo di Casa Optima, sede principale a San Clemente, nel Riminese, il gruppo ha costruito “un asset con tanto valore, ma ha messo anche le basi per crearne ancora”. Siccome già possiede stabilimenti in Europa e nelle Americhe, opera in oltre 150 Paesi con otto marchi, tutti Made in Italy, e ha chiuso il 2024 con un fatturato pari a 260 milioni di euro, in aumento dell’11%, diventa chiaro che la crescita potenziale è, per l’appunto, “planetaria”. Il sistema Italia dunque si consolida come polo generatore di valore. Capace di costruire, crescere e cedere aziende su valutazioni a nove zeri. Ma si riscopre anche protagonista di operazioni e acquisizioni di respiro globale. Per Fattori non si tratta di modelli contrapposti: “Come executive che ha passato gran parte della vita all’estero -dice all?Adnkronos- c’è una certa soddisfazione. Per fare una battuta, siamo tutti cresciuti a Plasmon e oggi possiamo dire che nel Belpaese esiste una managerialità in grado di gestire con successo marchi di questo livello. C’è un po’ di patriottismo, non lo nascondo”. Poi il ragionamento si fa più strategico: “Ogni azienda segue le proprie logiche: c’è chi punta sulla diversificazione degli investimenti e chi su una maggiore focalizzazione. Non vedo nulla di critico, ma in certi grandi gruppi, con decine di marchi sotto lo stesso tetto, diventa più difficile valorizzarli davvero. A volte un brand rischia di restare sotto traccia. In questi casi, separarlo dal contesto può essere l’unico modo per esprimerne il pieno potenziale. È quello che cerchiamo di fare noi. Credo che Ferrero e Newprinces riusciranno a fare altrettanto”.  Fattori guida Casa Optima dal 2019. L’accordo con il nuovo gruppo di investitori è stato raggiunto lo scorso mese di maggio. Il closing è previsto per l’inizio del 2026. E qui il manager fa chiarezza: “Il deal è sostanzialmente chiuso, siamo in una fase simile a quella tra compromesso e rogito. Non nego che il livello di ambizione del nostro piano industriale abbia giocato un ruolo importante nel buon esito dell’accordo”. Per il Ceo l’operazione non è un traguardo ma “il coronamento di un percorso che, guardando al primo semestre appena concluso, sta portando risultati già ben al di sopra delle attese per il 2025”. Cosa cambierà allora con il passaggio di proprietà? Quasi niente. Spiega ancora Fattori: “Come anticipato, il nostro è un piano ambizioso e non cambierà. Il modello resta intatto e sono confermate tutte le leve d’investimento e di sviluppo. La vera differenza, per me, è sapere di essere affiancato da attori che sono al top della finanza globale”. Come detto, quello di Casa Optima è un giro d’affari B2B dalla trazione fortemente internazionale. L’export vale il 70% del fatturato. Mec3, la “Coca-Cola del gelato artigianale”, è il marchio di punta. Uno dei siti produttivi è in Brasile, dove si è registrata la crescita più alta negli ultimi due anni. Il gruppo ha uffici anche a Miami, negli Stati Uniti, ed è molto ben avviato il business in Nigeria, sebbene il potenziale strategico immediato sia altrove. “L’Africa diventerà centrale, ma più avanti”. Far East, Medio Oriente e Americhe sono oggi le aree a maggior crescita, ben al di sopra della doppia cifra annua. Tassi sostenuti anche in Europa – pur con mercati più maturi – tra il 5% e il 10%. A proposito di Americhe, tema centrale e attualissimo è la stabilità regolatoria. Il Ceo di Casa Optima non si tira indietro. E spiega: dazi e tensioni commerciali internazionali non comporteranno un freno. Si tratta piuttosto di una variabile da presidiare: “Usa e Nord America sono rilevanti per qualunque realtà che ambisca a un posizionamento globale -afferma-. Monitoriamo costantemente le dinamiche regolatorie e commerciali, ma il potenziale resta alto per tutti i nostri brand e categorie di prodotto”. Sarà che Casa Optima ha dovuto fronteggiare sfide ben peggiori –pandemia, guerra, crisi della supply chain, inflazione– e allora, messo accanto a tutto questo, il problema dei dazi finisce per sembrare quasi trascurabile. Una parola che Fattori utilizza in questo contesto è inglese, italianizzata con leggerezza, ma dal significato profondo: “Portare risultati nel contesto di quegli anni, tra il 2020 e il 2023, è stato possibile anche grazie a un partner, Charterhouse, capace di trasmettere serenità e fiducia, ‘challengiandoci’, cioè sfidandoci, con rispetto, con professionalità e umanità. Nel mondo dei fondi questo non è banale”. Uomo d’affari di profilo internazionale, Fattori è passato anche da De Cecco sempre con il ruolo di amministratore delegato. A Casa Optima ha guidato una trasformazione profonda, industriale e culturale. Il nome stesso del gruppo è un segno di quella visione: “Quando abbiamo iniziato a fare acquisizioni, era il 2019, serviva qualcosa che andasse oltre Optima, che poi è il veicolo iniziale del gruppo che all’epoca si chiamava Mec3. Cercavamo un’identità comune, una casa per tutti i nuovi marchi. Da lì, il nome Casa Optima”. La strategia resta focalizzata sulla crescita organica e inorganica. Gli investimenti non si sono mai fermati, nemmeno nei momenti peggiori. Il piano quinquennale viene aggiornato ogni anno, e l’M&A -avviato nel 2019- continua con un approccio selettivo: “La strategia è sempre la stessa: si compra quando uno più uno fa tre. Le sinergie non sono solo geografiche, ma planetarie. E questo orgoglio di creare valore su scala globale è parte della nostra identità”. L’Italia del food, dunque, parla almeno due lingue: quella di chi acquisisce all’estero e quella di chi costruisce valore in patria. Casa Optima è un esempio della seconda. La direzione è la stessa: rafforzare il ruolo del Made in Italy come forza globale. Capace di crescere, investire e trasformare, come nel suo caso, un gruppo familiare nato a Rimini in un asset strategico da oltre un miliardo di dollari. (di Giacomo Iacomino) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Empoli
cielo coperto
26.8 ° C
27.3 °
25.7 °
56 %
2.2kmh
85 %
Lun
27 °
Mar
33 °
Mer
35 °
Gio
36 °
Ven
38 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS