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Da Louis Vuitton ad Armani, il lusso è in tavola

(Adnkronos) – A Milano il lusso si mangia con gli occhi, e non solo. In una città dove lo stile è un linguaggio universale, la moda veste anche il cibo, trasformando il capoluogo lombardo nel palcoscenico ideale in cui mettersi a tavola. Da Louis Vuitton a D
olce&Gabban
a, passando per Armani e Prada, ristoranti firmati dai big del lusso si impongono come un’estensione gourmet delle boutique. Dagli arredi al menù, curati nei minimi dettagli, ogni locale racconta l'identità del marchio che rappresenta. L'ultimo arrivato, in ordine temporale, è Louis Vuitton, che dopo il restyling dello storico flagship di via Montenapoleone ha inaugurato il Da Vittorio Café e DaV by Da Vittorio, all’interno dell’elegante Palazzo Taverna.  Firmati dai fratelli Cerea (tre stelle Michelin), i due spazi propongono piatti iconici della cucina italiana rivisitati con un tocco haute couture. Il piatto manifesto? Sicuramente il milanesissimo ossobuco con risotto allo zafferano, scolpito a forma di fiore Monogram. Al civico accanto, anche Tiffany & Co. ha rinnovato la sua presenza milanese con una nuova boutique ispirata a The Landmark, l’iconico flagship store sulla Fifth Avenue. E l’atmosfera da film è servita, con lo spazio bar presente nel patio accanto alla statua 'Stratified Venus of Arles' di Daniel Arsham – Tiffany & Co.  Chi questa fusione tra moda e ristorazione l’ha abbracciata da anni è Giorgio Armani, che con il suo Armani/Ristorante e il più mondano Nobu Milano in via Pisoni offre due visioni del lusso distinte. Il primo è fine dining puro, con piatti come ostriche Gillardeau, caviale Beluga e spaghetti con pomodoro datterino giallo. Il secondo porta in tavola i profumi e i sapori del Giappone in un ambiente minimal chic amato da star e imprenditori. Più teatrale è l'approccio di Dolce & Gabbana, che nel Martini Bar di Corso Venezia ricreano l’atmosfera calda e opulenta della Sicilia, con piatti della tradizione come crostini con acciughe, mezze maniche alla norma e dessert scenografici. Il cocktail bar è perfetto per un aperitivo tra velluti, specchi e luci dorate. In via della Spiga, Ralph Lauren ha portato un tocco d’America con The Bar at Ralph Lauren. Un gentlemen’s club con pareti in boiserie, fotografie in bianco e nero e divani in pelle, dove si servono la Ralph’s salad, hamburger e lobster roll con patatine fatte in casa.  All’interno del Bulgari Hotel, lo chef Niko Romito propone invece un brunch diventato appuntamento fisso per la Milano gourmet. La Fondazione Prada ospita il Ristorante Torre, un connubio tra arte e gastronomia firmato dallo studio Oma di Rem Koolhaas. Qui, tra arredi di design, installazioni e vista panoramica, si servono piatti contemporanei ispirati alla tradizione italiana, come tartare di manzo e pistacchio, risotto allo zafferano e gamberi rossi.  Nel cortile del Portrait Milano, legato al gruppo Ferragamo, il ristorante 10_11 offre cucina italiana con stile in un contesto che fonde design e ospitalità. In via Manin, il Plein Hotel firmato Philipp Plein promette di unire pizza, champagne e luci al neon, in un concept dove lo sfarzo non ha freni e il mix esplosivo di glamour e provocazione è sicuramente il piatto forte della casa. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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