(Adnkronos) – Grano, granturco, cacao, caffè, cotone, soia. Un terreno di investimento dove la scommessa è opposta a quella dei mercati tradizionali ed è legata a doppio filo agli effetti del cambiamento climatico. I prezzi salgono quando un raccolto va male. Si tratta di una partita che viene giocata sul ribaltamento delle regole e delle aspettative. Sì, perché i rendimenti in questa frangia della finanza non sono molto elevati. I prezzi sono schizzati post Covid, tra il 2021 e il 2022, ma stanno lentamente scendendo verso nuovi minimi. “Gli eventi meteorologici estremi impattano la produzione e quindi i prezzi – dice all’Adnkronos Matteo Campi, responsabile dell'ufficio investimenti, Multimanager e Alternative di Arca Fondi Sgr – Un esempio è il prezzo del cacao, che tra 2023 e 2024 è salito di sei volte, dai 200 dollari a tonnellata a più di 1200, a causa di una malattia legata a condizioni climatiche avverse in Costa d’Avorio e Ghana, i principali produttori mondiali”. Il ‘baccello nero’, così è chiamata questa malattia fungina, provoca l’essiccazione e la necrosi del frutto di cacao, compromettendo la produzione. Una conseguenza del cambiamento climatico che “ha comportato periodi di grave siccità, uniti ad un forte aumento delle precipitazioni in altri periodi dell’anno”. Il caffè ha subito impatti simili per l’eccesso di pioggia in Brasile e Colombia, Campi non esclude che una situazione analoga “potrebbe accadere anche per altre commodities con conseguente scatto di prezzo delle materie agricole”. Un mercato molto diversificato che rappresenta un fattore attrattivo per gli investitori, ma il rischio è che vada tutto bene. “Investire in materie prime agricole è un gioco controintuitivo rispetto ai mercati tradizionali – sottolinea l’esperto -. I prezzi delle commodities agricole tendono a salire quando i raccolti sono compromessi da eventi meteorologici o malattie. Il principale rischio per l’investitore è che non accada nulla di anomalo a livello climatico”. Se le condizioni sono normali, sul lungo periodo i prezzi tenderanno a scendere, causando perdite per chi investe. Per questo motivo, il modo migliore per districarsi nelle complessità di questi asset “è affidarsi a fondi tematici o gestori specializzati che sappiano sfruttare sia i problemi climatici sia le innovazioni tecnologiche nel settore agricole”, mentre l’investimento diretto in Etf sulle commodities agricole può essere meno efficace. Resta un settore che diventerà sempre più cruciale con l’avanzare del riscaldamento globale. Per muovere i primi passi esistono Etf che replicano il prezzo di questi asset, ma anche fondi azionari tematici che investono in aziende agricole o di produzione legate a questo settore. Per investitori molto facoltosi, ci sono anche fondi che permettono di investire direttamente in terreni agricoli. “È importante comprendere che l’investimento in materie prime richiede una visione di medio-lungo termine e una buona tolleranza alla volatilità” aggiunge Campi. Un impatto significativo lo stanno avendo anche le dinamiche geopolitiche e le politiche commerciali. I dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump “hanno influenzato il prezzo della soia, poiché la Cina importa soia dagli Stati Uniti e le tariffe reciproche hanno ridotto la domanda e i prezzi – sottolinea -. Anche i sussidi per la produzione di etanolo negli Stati Uniti hanno fatto salire i prezzi del granoturco in passato. I fattori più determinanti restano il clima e la presenza di malattie nelle coltivazioni, difficili da prevedere e che dominano il mercato”. L’ambito agricolo sarà quindi sempre più influenzato da condizioni meteorologiche estreme e dall'avanzamento tecnologico che potrà mitigarne o accentuarne le conseguenze. Inoltre, la transizione energetica e la crescente domanda di metalli per energie rinnovabili e veicoli elettrici porteranno a una domanda crescente di alcune materie prime industriali e preziose. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
La finanza si gioca la carta del clima e investe in caffè e cacao
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