(Adnkronos) – Nel 2025, la musica si misura non solo a colpi di dischi venduti ma alla velocità dello scroll. I primi mesi del 2025, numeri alla mano, lo confermano: mai come ora il business musicale è stato così fluido, decentralizzato e dominato dal digitale, con lo streaming che fa ancora la parte del leone. Nel primo trimestre del 2025, le tre grandi etichette – Universal Music Group (Umg), Sony Music Entertainment (Sme) e Warner Music Group (Wmg) – hanno continuato a macinare profitti ma con chiari segnali di trasformazione del mercato. Universal Music Group (Umg) ha registrato nel primo trimestre del 2025 ricavi per 2,9 miliardi di euro, in crescita su base annua dell’11,8%, spinta da abbonamenti e servizi streaming. Questi ultimi sono cresciuti del 7,2%, fino a superare quota 1,6 miliardi. E anche i supporti fisici della major statunitense non sono da meno, riportando una crescita del 15,4% a 300 milioni. Numeri che vanno di pari passo con il successo continuo di artisti globali sotto contratto con l’etichetta, come Taylor Swift, Bad Bunny, Lady Gaga e Kendrick Lamar. Il segmento musicale di Sony Corp – che comprende Sony Music Entertainment, Sony Music Entertainment (Giappone) e Sony Music Publishing – ha registrato una forte crescita nell'anno fiscale conclusosi il 31 marzo scorso con ricavi in crescita del 14% rispetto all'anno precedente, grazie alla crescita dei ricavi dello streaming musicale in abbonamento per la musica registrata e l'editoria, nonché agli aumenti dei ricavi da live, merchandising e sync. E se Warner Music Group (WMG), registra nel periodo ricavi per 1,484 miliardi di dollari (-1% su base annua), con la divisione dedicata alla musica registrata che contribuisce per 1,17 miliardi di dollari (-1% su base annua), la società vede comunque rosa con un aumento dell’utile operativo del 41% a 168 milioni di dollari rispetto ai 119 milioni di dollari del trimestre precedente. Se le major restano centrali per la promozione globale e la gestione dei cataloghi, le piattaforme di streaming, come Spotify ed Apple Music sono oggi i veri giudici del successo. Spotify si conferma la regina del settore, con un primo trimestre fiscale da ricordare. L'azienda svedese ha comunicato di aver accolto 5 milioni di nuovi abbonati Premium tra gennaio e marzo 2025, portando il numero totale di utenti paganti a 268 milioni (+12%) battendo il consensus. E anche gli utenti attivi mensili sono aumentati del 10%, raggiungendo i 678 milioni. Insomma, nonostante restino in piedi le polemiche sulle politiche di remunerazione degli artisti, la piattaforma si conferma leader incontrastata a livello globale nel settore dello streaming musicale. Sebbene non siano state fornite cifre specifiche sul fatturato di Apple Music, la piattaforma della società di Cupertino guadagna terreno, grazie anche ad accordi esclusivi con artisti di alto profilo. Con la possibilità di pubblicare musica senza passare dalle major, gli artisti indipendenti crescono anche grazie a piattaforme e servizi di distribuzione di musica digitale indipendente come DistroKid o TuneCore. Nel frattempo, le major reagiscono innovando, investono nel digitale e puntano sempre di più su contenuti a 360 gradi come merch, eventi o licenze per videogame e serie tv. Le etichette restano potenze economiche, è indubbio, ma il loro ruolo è sicuramente in trasformazione. (di Federica Mochi) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Musica, la vera superstar è lo streaming: numeri da record
© Riproduzione riservata