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Risiko bancario. Le tappe delle prossime settimane, occhi puntati su Mps-Mediobanca

(Adnkronos) – L’offerta di Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, lanciata lo scorso 14 luglio, è la partita più attesa del risiko bancario delle prossime settimane. La finestra di adesione degli azionisti di Mediobanca resta aperta fino a fine agosto. La soglia minima è fissata al 35% del capitale, ma l’obiettivo è quello di raggiungere almeno il 67% del capitale così da garantire un controllo di fatto sulla società e ottenere sinergie e benefici. L’offerta avanzata è stata definita “fair” dall’ad di Mps, Luigi Lovaglio, e i feedback ricevuti da azionisti e investitori in merito sono stati positivi. "Tutto ciò che può fare Mediobanca, insieme potremmo farlo meglio. È una cosa ovvia" ha detto pochi giorni fa Lovaglio in un’intervista. La volontà a monte dell’ops è di realizzare un progetto innovativo, e il consolidamento risulta quindi essere necessario per competere in un mercato dove la dimensione è estremamente importante: la realizzazione di un terzo polo nel sistema bancario italiano. Dall’altra parte della barricata, il ceo di Mediobanca Alberto Nagel, si difende dall’attacco: “L’offerta di Mps è stata definita dal nostro board insufficiente dal punto di vista finanziario”.  L’istituto di Piazzetta Cuccia è a sua volta in standby almeno fino al 25 settembre: la partita che gioca è l’ops su Banca Generali. Il Leone di Trieste è in fase di revisione della proposta avanzata, ma i vertici di Mediobanca si attendono un riscontro entro il 6 agosto. In caso di risposta positiva l’assemblea generale della banca potrebbe riunirsi già entro il prossimo 21 agosto. "Da una lato- ha detto Nagel – stiamo mostrando risultati oltre le aspettative in termini di obiettivi e performance finanziaria; dall'altro presentiamo un'opzione che andrebbe a creare un leader nel settore della gestione patrimoniale. L'unione con Banca generali ci permetterebbe di diventare un leader europeo", ribadendo come sia stato chiesto a Generali una risposta per tempo così che l’offerta per Banca Generali “possa essere sul tavolo prima che quella di Mps si chiuda". Il 25 luglio appena passato si è conclusa con successo l’opas di Bper Banca sulla Popolare di Sondrio, con il raggiungimento dell’80,69% di partecipazione al capitale sociale. Pop. Sondrio non verrà delistata, ma si potrà comunque procedere all’incorporazione. L’offerta era stata lanciata nel febbraio 2025 per un valore stimato di 4,3 miliardi di euro. La mossa di Bper rafforza la posizione dell’istituto emiliano sul panorama italiano, diventando così uno dei principali player con oltre 6 milioni di clienti, più di 2000 filiali sul territorio e 400 miliardi di asset gestiti. Conclusasi con esito positivo anche l’opas lanciata da Banca Ifis su Illimity: il 1° agosto appena passato è stato raggiunto il 92,5% del capitale. In corso la fase di sell-out e da settembre le azioni di Illimity saranno revocate dalla quotazione. Banca Ifis ha confermato sinergie per circa 75 milioni di euro previste già al momento dell’annuncio dell’opas. È stata poi avviata una revisione strategica degli asset di illimity e delle sue controllate così da ridisegnare il perimetro del Gruppo per creare sempre più valore. Si è conclusa con un nulla di fatto invece l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit nei confronti di Banco Bpm. L’offerta è stata ritirata in quanto la condizione relativa all’autorizzazione Golden Power non è stata soddisfatta. La clausola Golden Power, fortemente invocata dai vertici del Banco, ha impedito all’isitituto di Piazza Gae Aulenti di dialogare con gli azionisti di Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito. “La continua incertezza sull'applicazione delle prescrizioni del golden power non giova a nessuno dei due. Abbiamo deciso di ritirare la nostra offerta" sono state le parole di Orcel. La non conclusione dell’operazione “ci libera di un peso e ci permette di accelerare”, il “dovere” di Unicredit “non è fare m&a, ma creare valore. Se un’operazione non crea valore per i nostri shareholder non abbiamo problemi a ritirarci" ha ribadito il ceo. Al momento la banca non ha altri dossier sul tavolo, a parte il fronte tedesco, ma resta pronta in attesa di future opportunità di acquisizione, dopo un secondo trimestre da record. Unicredit ha anche aggiornato gli obiettivi per il 2027: il gruppo intende raggiungere un utile netto di almeno 11 miliardi e una distribuzione totale agli azionisti di almeno 30 miliardi di euro. Lo sguardo di UniCredit ora resta rivolto alla Germania, si punta all’aumento della quota in Commerzbank al 30%. Settembre sarà quindi il mese-verità per capire la reale portata della nuova fase di aggregazioni e fusioni. In bilico c’è il futuro assetto del settore bancario italiano con player che potrebbero influenzare il panorama europeo. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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