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Unicredit, Orcel non esclude il rilancio su Bpm: come la partita si intreccia con Generali

(Adnkronos) – Unicredit ancora al centro del risiko bancario. L'Ad Andrea Orcel non molla la presa e ribadisce: il mirino della seconda banca italiana è puntato su Commerzbank (il secondo istituto tedesco) e Banco Bpm. Sulla prima "ci vorrà tempo", quarto trimestre 2025 o primo trimestre del 2026: di mezzo ci sono le elezioni tedesche. "Sto aspettando – dice Orcel – che ci sia l'opportunità: avremo modo di vedere qual è il nuovo piano e di come sarà eseguito e convinceremo le autorità tedesche". Sulla seconda apre – e per la prima volta in modo esplicito – alla possibilità di un rilancio: "No, non l'ho mai escluso fin dal primo giorno". La questione dei premi, giudicati da alcuni troppo bassi, alimenta le voci su un risiko bancario che crede poco nelle sinergie. Diversi analisti sentiti dall'Adnkronos sottolineano che Unicredit e Banco Bpm sono cresciute a doppia cifra negli ultimi due anni, in alcuni casi anche del 100%: "I premi sono bassi perché già li stiamo pagando molto di più rispetto a due anni fa", questa la tesi: nessuna sottovalutazione dunque. Orcel e Castagna (l'Ad di Banco Bpm) giocano una partita a poker complessa: il primo vuole che sia prima il secondo a svelare le carte: "Vogliamo vedere quanto Banco Bpm sia preparata ad affrontare la normalizzazione dei tassi, l'aumento del costo del rischio, l'inflazione dei costi", dice la guida della banca di Piazza Gae Aulenti. Solo allora Orcel sarà disposto a scoprire gli assi e svelerà quello che il mercato chiede di sapere da tempo: l'offerta di Unicredit "è definitiva o no?". Nel braccio di ferro si inserisce l'affaire Generali, Unicredit è ormai sopra la soglia del 5%: "E' solo un investimento finanziario, nessuna ambizione di acquisirla", rimarca Orcel. Ma in ambiente finanziario i sussurri sono tutti in una direzione: il numero uno di Piazza Gae Aulenti vuole usarla come possibile moneta di scambio. Vendendo il pacchetto di azioni a uno dei due contendenti della battaglia del Leone (Mediobanca o i soci Caltagirone-Delfin), può decretare la vittoria dell’una o dell’altra parte. Da cerchiare in rosso la risposta data da Orcel sull'Ops di Mps su Mediobanca: "Deciderà il mercato, per il momento io direi che noi osserviamo la situazione da un punto di vista neutrale".  Sullo sfondo il documento relativo all'offerta pubblica di scambio su banco Bpm inviato pochi giorni fa al governo ai sensi del golden power. Operazione di moral suasion su tutte le parti coinvolte (governo compreso), dice qualche analista, con un obiettivo chiaro: difendere gli interessi della seconda banca italiana che punta a Banco Bpm. Con un avviso ai naviganti: l'eventuale fusione, questo il ragionamento di Orcel, non è un pericolo per il credito nazionale. "Ci porterebbe a rafforzarci nella piccola e media impresa", dice l'amministratore delegato di Unicredit. E neanche per i posti di lavoro: "Ci tengo a dire – parola di Orcel – che se voi guardate al nostro network abbiamo talmente tanta fiducia nelle nostre persone che non l'abbiamo toccato, anzi ci abbiamo investito centinaia di milioni per rimetterlo a posto e faremo la stessa cosa dall'altra parte". Piccolo inciso su Generali: non è sfuggita – neanche alle Borse, visto il calo del titolo a Piazza Affari – l'indiscrezione di stampa su Delfin che "avrebbe iniziato a esplorare la possibilità di vendere la sua quota del 2,7% in Unicredit", con l'effetti di sciogliere ogni legame diretto con la banca di Piazza Gae Aulenti. Sibilina la risposta di Andrea Orcel: "Rispetto le loro decisioni. Il mio lavoro è far sì che sia la decisione sbagliata se davvero stanno considerando di vendere: ma finora non l'hanno fatto". Quello che è certo nel fascio di partite legate una all'altra – simul stabunt simul cadent – sono i numeri con cui Unicredit archivia il 2024: utili netti a 9,3 miliardi (+8%), distribuzioni per 9 miliardi, di cui 3,7 miliardi in dividendi (+33%), ricavi netti cresciuti a 24,2 miliardi di euro. E gli obiettivi ambiziosi per il 2027: utile netto di circa 10 miliardi di euro, mantenendo un RoTE sopra il 17%. Gli analisti di Equita: "Numeri leggermente migliori delle attese". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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