Cascina revoca cittadinanza a Mussolini: “Contraria Costituzione”
Cascina revoca cittadinanza a Mussolini, il Comune in provincia di Pisa annuncia la revoca della cittadinanza onoraria conferita nel 1924.
Domenica 2 giugno si celebra anche a Cascina la Festa della Repubblica. In questi giorni, rende noto il Comune di Cascina, è partito l’iter amministrativo per la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini 100 anni fa. “Era il 1924 quando Giacomo Matteotti, deputato del Partito Socialista Unitario, intervenne alla Camera il 30 maggio per contestare i risultati delle elezioni del 6 aprile. Pochi giorni dopo, il 10 giugno, venne rapito e assassinato dai fascisti. Il corpo venne poi ritrovato il 16 agosto”.
Michelangelo Betti, sindaco di Cascina: “Una settimana prima di quel discorso, il 24 maggio 1924, a Cascina venne assegnata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, come era prassi fare in tutti i Comuni. A un secolo di distanza da quell’atto, abbiamo fortemente voluto l’iter per la revoca di quella cittadinanza, per arrivare al voto in Consiglio Comunale nelle settimane di questo tragico centenario”.
La deliberazione del Consiglio Comunale del 24 maggio 1924, illustra il Comune di Cascina, conferiva la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini “in quanto presidente del Consiglio dei ministri e duce del fascismo, imposta dal regime a tutti i Comuni e tuttora in essere. La scelta di revocarla parte dal fatto che Mussolini fu capo della dittatura fascista e responsabile della soppressione delle libertà sociali, civili e politiche nel nostro Paese. Nonché colpevole di aver poi trascinato l’Italia in guerra, promosso l’emanazione delle leggi razziali, autorizzato la deportazione di decine di migliaia di cittadini nei campi di concentramento e di sterminio, fautore inoltre di una violenta politica espansionistica ai danni delle popolazioni di quelle che al tempo erano considerate colonie italiane”.
Betti: “Abbiamo ritenuto che la delibera citata sia incompatibile con i principi della Carta Costituzionale, entrata in vigore il primo gennaio 1948, e in particolare con la disposizione transitoria e finale numero XII, con la quale si dispone il divieto di riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Da qui ne discende che ogni riconoscimento al fascismo, come la cittadinanza onoraria al duce, sia un atto contrario ai principi e ai diritti di libertà, di uguaglianza, di solidarietà e di giustizia indicati dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista.
Visto il contributo dato dalla Resistenza alla lotta di Liberazione, il tributo di vittime pagato dalle popolazioni civili e la generosità dei cascinesi che accolsero numerosi sfollati delle zone vicine, dando prova di un amorevole spirito di resistenza e di straordinarie virtù civiche, ispirati dai più alti ideali di libertà e di democrazia, vogliamo che il patrimonio morale degli ideali antifascisti non vada perduto. Per tutti questi motivi, riteniamo di dover revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini”.