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Pancia gonfia dopo i pasti? Verdure e non solo, quali possono essere le cause

(Adnkronos) – Pancia gonfia, non solo dopo i pasti. Da cosa dipende? Il gonfiore addominale "è un disturbo molto comune, che si manifesta prevalentemente dopo il pasto e che spesso si accompagna ad altri sintomi come flatulenza, eruttazione, senso di pesantezza, tachicardia o un insospettato abbassamento della voce. Notoriamente questi disturbi insorgono dopo un pasto abbondante, e il più delle volte, in assenza di allergie o classiche intolleranze, è sufficiente una dieta sana ed equilibrata per eliminare questo tipo di disturbi. Ma se dovesse continuare a presentarsi un’insopportabile sensazione di gonfiore intestinale successivamente all’assunzione di un semplice piatto di verdure? Probabilmente la colpa della pancia gonfia è dovuta all’accumulo eccessivo di gas, prodotto dai processi di fermentazione operati dai batteri che risiedono a livello intestinale". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione Umana alla Lum. "Nello specifico la formazione di abbondante gas intestinale è favorita dall’ingestione di quantità elevate di carboidrati fermentabili, che in soggetti sensibili in cui è presente una disbiosi intestinale fermentativa, possono causare spiacevoli disturbi intestinali. Tali alimenti, raggruppati nel novero dei cosiddetti FodMaP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) sono agenti capaci di provocare disturbi di vario genere, per quanto prevalentemente intestinali, per il tramite di microrganismi fermentativi dei quali essi stessi costituiscono nutrimento idoneo", continua Minelli. E’ importante, quindi, inquadrare l’eventuale presenza "di una condizione disbiotica del soggetto che mostra pancia gonfia conseguente all’ingestione di verdura, ma anche altri gruppi alimentari come per esempio frutta o latticini, al fine di ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico. In questo caso – precisa – potrebbe essere utile l’adozione di schemi dietetici opportunamente modulati e calibrati su un adeguato introito di alimenti fermentabili che tenga conto possibilmente della specifica condizione disbiotica del soggetto da trattare". E quindi quali saranno gli alimenti 'FodMap' da limitare o eventualmente eliminare dalla dieta? "Si trovano nella farina di frumento, in diversi tipi di verdura (asparagi, cipolla, aglio, cavolo cappuccio, cicoria), e frutta fresca (mela, pera, mango, pesca, albicocche, ciliegie, anguria), nei legumi, nella frutta in guscio, nel latte e derivati, miele, sciroppo d’acero e polioli (sorbitolo, mannitolo, xilitolo, maltitolo ed altri)", suggerisce. Secondo l'immunologo, "una volta che il soggetto avrà recuperato uno stato di eubiosi intestinale e la normale funzionalità intestinale, con il supporto di una terapia probiotica adeguata e personalizzata, sarà possibile prevedere una corretta fase di graduale reinserimento di alimenti inizialmente esclusi e che difficilmente alla prossima ingestione indurranno un addome prominente". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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