fbpx
10.9 C
Empoli
mercoledì 12 Febbraio 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Hamas a Trump e Netanyahu: “No a minacce, Israele rispetti accordo”

(Adnkronos) – "La nostra posizione è chiara e non accetteremo il linguaggio delle minacce americane e israeliane. Israele deve impegnarsi ad attuare i termini dell'accordo di cessate il fuoco per ottenere il rilascio" degli ostaggi. Così in una dichiarazione il portavoce di Hamas, Hazem Qassem.  Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che “se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, l'Idf riprenderà a combattere intensamente fino a quando Hamas non sarà definitivamente sconfitto”. In un video pubblicato su X, il premier ha aggiunto: “Ieri sera (lunedì nedr) ho ordinato all'Idf di radunare le forze all'interno e intorno alla Striscia di Gaza”. Sullo stesso argomento qualche ora prima si era espresso anche Trump: "Scoppierà l'inferno", aveva detto di fronte all'annuncio di Hamas di uno slittamento "a data da definirsi" del rilascio degli ostaggi previsto per sabato prossimo in risposta a presunte violazioni dell'accordo per il cessate il fuoco da parte di Israele.  Intanto una delegazione di Hamas, guidata dal suo capo negoziatore Khalil al-Hayya, è arrivata al Cairo per colloqui sulla tregua a Gaza. Lo ha confermato un esponente del gruppo, precisando all'Afp che l'obiettivo dei colloqui è mettere fine alla "crisi" in corso nell'attuazione del cessate il fuoco dopo l'ultimatum lanciato dal governo israeliano. "Una delegazione guidata da Khalil al-Hayya, capo del movimento Hamas nella Striscia di Gaza, è arrivata al Cairo e ha iniziato gli incontri con i funzionari egiziani", ha dichiarato la fazione palestinese in una nota. Un funzionario ha specificato che la delegazione "discuterà i modi per mettere fine alla crisi attuale e garantire l'impegno dell'occupazione nell'attuazione dell'accordo". I mediatori del Qatar e dell'Egitto stanno "lavorando intensamente" per risolvere la crisi legata all'accordo sul cessate il fuoco nella striscia di Gaza e allo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi, ha dichiarato dal canto suo una fonte palestinese all'Afp. "I mediatori del Qatar e dell'Egitto sono in contatto con la parte americana. Stanno lavorando intensamente per risolvere la crisi e costringere Israele a rispettare il protocollo umanitario previsto dall'accordo di cessate il fuoco e ad avviare i negoziati per la seconda fase", ha affermato la fonte a condizione di mantenere l'anonimato.  Intanto l'Egitto ha fatto sapere che presenterà un piano per ricostruire la Striscia di Gaza senza la necessità di trasferire i palestinesi che vi vivono. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri del Cairo in una nota spiegando che intende "presentare una visione completa per la ricostruzione" della Striscia di Gaza che garantisca che i palestinesi rimangano sulla loro terra. L'Egitto ''spera di cooperare'' con l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump ''per raggiungere una pace globale e giusta nella regione'', prosegue la nota.  Secondo le Nazioni Unite saranno necessari circa 51,2 miliardi di euro, circa 53 miliardi di dollari, per ricostruire la Striscia di Gaza e per affrontare la ''catastrofe umanitaria'' causata da 15 mesi di guerra tra Hamas e Israele. L'Onu ha precisato che solo nei primi tre mesi del piano di ricostruzione saranno necessari 20,568 miliardi di dollari, 19,9 miliardi di euro. Il documento chiarisce che si tratta di cifre provvisorie poiché "nell'attuale contesto non è stato possibile valutare appieno tutte le necessità" nell'enclave palestinese. Il rapporto dell'Onu fornisce dati dettagliati sulle vaste necessità da soddisfare e pone l'accento sull'edilizia abitativa, un settore che avrà bisogno di circa 15,2 miliardi di dollari (14,7 miliardi di euro), tenendo conto che "oltre il 60 per cento delle case" sono state distrutte. Infatti, alla fine del 2024 l'Onu ha stimato che circa il 69 per cento delle strutture totali nella Striscia fosse stato raso al suolo durante i 15 mesi di offensiva israeliana. Il settore sanitario e i settori del commercio e dell'industria avranno bisogno ciascuno di circa 6,9 miliardi di dollari (6,66 miliardi di euro). In particolare, per il rilancio dell'agricoltura saranno necessari circa 4,2 miliardi di dollari (4,054 miliardi di euro). L'Onu stima inoltre che saranno necessari 2,9 miliardi di dollari (2,8 miliardi di euro) per ripristinare i servizi di trasporto, una cifra leggermente inferiore per acqua e servizi igienico-sanitari (2,7 miliardi di dollari (2,6 miliardi di euro), mentre il settore dell'istruzione avrà bisogno di 2,6 miliardi di dollari (poco più di 2,5 miliardi di euro). L'Onu teme anche per le "oltre 50 milioni di tonnellate di detriti, tra cui resti umani, ordigni inesplosi, amianto e altre sostanze pericolose" generate nella Striscia dall'8 ottobre 2023, comprese quelle "mescolate ad ordigni inesplosi", per le quali saranno necessari 1,9 miliardi di dollari (1,834 miliardi di euro).  "La Palestina non è in vendita", ha ribadito dal canto suo il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas. Come riporta l'agenzia Wafa, Abbas ha espresso apprezzamento per le "posizioni coraggiose" di re Abdullah II di Giordania, che ieri ha incontrato Donald Trump alla Casa Bianca, e anche di Egitto e Arabia Saudita e "di tutti i Paesi che respingono i progetti di sfollamento dei palestinesi e annessione delle loro terre". Ribadendo l'importanza di "coordinare gli sforzi e le posizioni" a livello regionale, Abbas ha ripetuto che "non c'è pace o stabilità senza lo stato palestinese" e ha chiesto "la cessazione completa del conflitto" e l'arrivo di più aiuti nella Striscia di Gaza, dove "lo Stato di Palestinese deve assumere le sue responsabilità e ricostruire ciò che l'occupazione ha distrutto".  La Giordania non accetterà "soluzioni a sue spese" alla crisi nella Striscia di Gaza, ha dichiarato il primo ministro giordano, Jafar Hassan, ribadendo il suo rifiuto per qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese, come proposto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Parlando in Parlamento, Hassan ha sottolineato che il re Abdullah II, di recente in visita ufficiale negli Stati Uniti dove ha incontrato Trump, ha "chiarito" che "gli interessi, la stabilità e la protezione della Giordania e dei giordani vengono prima di qualsiasi altra cosa". "La posizione della Giordania sullo spostamento (della popolazione palestinese, ndr) è chiara e ferma. Non ci saranno reinsediamenti, spostamenti o soluzioni a spese della Giordania", ha aggiunto il primo ministro, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Petra. "La soluzione al problema palestinese è in Palestina, che rimarrà la patria dei palestinesi nonostante l'occupazione e l'ingiustizia", ha proseguito, precisando che "la Giordania sta lavorando con l'Egitto e i fratelli arabi e palestinesi per formulare una posizione araba unitaria e chiara sulla ricostruzione di Gaza e non agirà unilateralmente su questioni riguardanti la Palestina e il futuro della regione". ''Per il mondo arabo è inaccettabile sfollare dalle loro terre i palestinesi'', in particolare quelli che vivono nella Striscia di Gaza, come ha ipotizzato il presidente americano Donald Trump per favorire la ricostruzione dell'enclave, ha dichiarato il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit. "E' inaccettabile per il mondo arabo che ha combattuto questa idea per 100 anni", ha affermato Aboul Gheit commentando al World Governments Summit di Dubai il progetto di Trump.  I media statali nordcoreani hanno definito ridicola la proposta del presidente statunitense Donald Trump di occupare Gaza e trasferire i palestinesi. Le scarse speranze di sicurezza e pace dei palestinesi sono state annientate dalla proposta, ha affermato la Korean Central News Agency (Kcna), senza fare il nome di Trump. "Il mondo sta ribollendo come una pentola di porridge per la dichiarazione bomba degli Stati Uniti", ha aggiunto la Kcna. Durante il suo primo mandato, Trump ha tenuto vertici senza precedenti con il leader nordcoreano Kim Jong Un e ha dichiarato che intende ricontattare Kim. La Corea del Nord, che spesso si oppone alle opinioni occidentali sulle questioni internazionali, si è espressa apertamente sulla situazione a Gaza, incolpando Israele per lo spargimento di sangue e definendo gli Stati Uniti "complici".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Empoli
cielo coperto
10.9 ° C
11.4 °
10 °
84 %
1.8kmh
100 %
Mer
11 °
Gio
11 °
Ven
10 °
Sab
10 °
Dom
11 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS