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“Ma quando finisce?”, i Mondiali 2026 e il sorteggio da incubo: tutte le ‘perle’

(Adnkronos) –
“Speriamo che il sorteggio finisca per il calcio d’inizio dei Mondiali a giugno”. La sintesi del ‘drammatico’ sorteggio dei Mondiali 2026 è nel commento puramente british di Jonathan Pierce, inviato della Bbc per l’evento che è andato in scena a Washington. Uno show di oltre 2 ore, con una serie di perle che non sono passate inosservate. Il protagonista assoluto è stato Donald Trump, presidente degli Stati Uniti e padrone di casa. 

Il numero 1 della Casa Bianca ha ricevuto un ‘inedito’ Peace Prize dal presidente della Fifa, Gianni Infantino. Una sorta di surrogato del premio Nobel, mai assegnato sinora dalla federcalcio internazionale. Trump, oltre ad un trofeo enorme, ha ricevuto una medaglia per l’impegno con cui ha posto fine ad una serie di guerre, elencate da Infantino nel documento ufficiale regalato al prestigioso ospite. Un premio ‘discutibile’, a dir poco, a giudicare dalle reazioni sui social. Una valanga di post su X ha giudicato incredibile e grottesca la decisione della Fifa: dalle Ong a Stephen King, da Anonymous ad un esercito di normali tifosi. 

 

Il ‘feeling’ tra Infantino e Trump è consolidato, il presidente americano ha accolto ‘Gianni’ più volte nello Studio Ovale e a luglio ha partecipato alla premiazione del Mondiale per club, consegnando il trofeo al Chelsea e festeggiando con i giocatori. Il rapporto tra il presidente degli Stati Uniti e il presidente della Fifa è stato oggetto di ironia durante lo show. Menzione speciale per il tweet di Stan Collymore, ex nazionale inglese. “‘Ci sono messicani in sala?’, dice Infantino. Rende il lavoro un po’ più semplice per gli agenti dell’immigrazione”, il post del calciatore. 

 

 

Alle critiche non sono sfuggiti nemmeno i big dello sport americano coinvolti nel sorteggio. Tom Brady e Shaquille O’Neal, leggende del football Nfl e del basket Nba, hanno svolto il loro incarico con un coinvolgimento ‘relativo’ e con una comprensione quasi nulla del quadro calcistico. L’estrazione delle squadre più blasonate è stata accompagnata dal sistematico ‘ohhhhhh’ degli ex atleti: Argentina? ‘Ohhhhh’. Germania? ‘Ohhhhh’. Francia? ‘Ohhhhh’. Nessuno aveva spiegato evidentemente che, nella prima fascia, non era possibile pescare altri team rispetto ai big. 

Peggio è andata a Wayne Gretzky: il canadese, totem dell’hockey Nhl, ha avuto la sventura di dover estrarre la pallina con Curacao e quella con le nazionali coinvolte negli spareggi. Probabilmente, non aveva mai sentito parlare della Macedonia del Nord. 

 

 

Il finale ancora nel segno di Trump. I Village People hanno chiuso lo show intonando YMCA. Nel palco d’onore, il presidente ha accompagnato la canzone con la celeberrima Trump Dance. Sipario. 

 

sport

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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