(Adnkronos) – “Per la prima volta abbiamo in Italia una legge che si prende cura di tutti gli anziani del nostro Paese: non si prevede più l’intervento prestazionale, ma tutta la società – dal Governo alle amministrazioni, fino al terzo settore – prende in carico gli anziani affinché possano restare nei loro ambienti ed essere accuditi a seconda dei loro bisogni”. Così monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana presso il ministero della Salute, al Forum Risk Management in corso ad Arezzo, ha commentato l’importanza della legge 23 marzo 2023, n. 33, che delega il Governo a riordinare le politiche per le persone anziane, puntando a un sistema integrato di assistenza.
L’allungarsi dell’aspettativa di vita in Italia, spiega monsignor Paglia, rende necessario “riorganizzare completamente” quanto previsto per “l’età della vecchiaia. Si sono aggiunti”, alla speranza di vita delle persone, “20 o 30 anni in più sui quali non si è mai fatta una riflessione né politica, né economica, né sociale, né spirituale, né culturale. Anzi – osserva – la vecchiaia finora è stata disprezzata. Ma questa legge aiuta a comprendere che” queste persone possono essere invece “una grande risorsa che chiede di essere messa in grado di poter continuare a donare al proprio Paese 30 anni di vita così come sono, ma dignitosi”.
“Nessuno deve essere lasciato solo – avverte monsignor Paglia – In questo c’è da superare, come fa la legge 33, la distinzione tra sanitario e sociale: gli anziani non hanno bisogno solo dell’iniezione, ma anche della compagnia. La solitudine non è una questione sanitaria, ma lo diventa il giorno dopo. Ecco perché si tratta di inventare un modo dignitoso di vivere, perché si possa invecchiare degnamente nel nostro Paese. In questo senso – aggiunge – la legge pone l’Italia in una condizione molto dignitosa nell’intera Europa: è il primo Paese che ha una legge di questo genere. Forse possiamo dare anche qualche suggerimento agli altri Paesi. E’ già successo”. A tale proposito “siamo stati invitati in Serbia, saremo in Bahrain, negli altri Paesi arabi, ma l’ambizione deve essere grande perché ci stanno a cuore tutti gli anziani, che non devono essere lasciati soli, ma accuditi in modo da poter vivere degnamente quest’ultima parte della loro vita”.
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