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Viareggio, protesta dei pescatori a sirene spiegate: “Regione ci aiuti”

Dopo tragedia sfiorata con peschereccio contro scogli. Incontro con Giani. Alessandra Malfatti, presidente Cittadella della Pesca: "Problema sicurezza. In ballo futuro di tante famiglie. Chiediamo ristori"

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VIAREGGIO – Viareggio, protesta dei pescatori a sirene spiegate: “Regione ci aiuti”.

Hanno protestato a sirene spiegate con le barche nel porto di Viareggio mercoledì 10 gennaio.

Una protesta dei pescatori dopo la tragedia sfiorata in porto martedì 9 gennaio, con il peschereccio Milù finito contro gli scogli.

La protesta decisa dopo l’incontro con Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, come rendiconta Alessandra Malfatti, presidente Cittadella della Pesca e consigliera di Confcooperative Fedagripesca Toscana: “Pensavamo che il presidente Giani venisse con soluzioni e invece abbiamo capito che non c’è soluzione al problema dell’insabbiamento del porto. L’area è ora pericolosa e quindi il problema di sicurezza è evidente”.

Dunque mercoledì 10 gennaio la protesta dei pescatori con le loro barche nel porto di Viareggio.

Alessandra Malfatti, dopo la protesta: “Tanti pescatori hanno partecipato alla protesta del porto di Viareggio. Il problema deve essere risolto, con soluzioni concrete perché qui ci sono in ballo molti posti di lavoro, il futuro di molte famiglie. Chiediamo alla Regione di inserire la nostra categoria tra quelle che ricevono ristori per le calamità naturali. Stamani abbiamo fatto vedere la situazione all’Autorità portuale, perché è giusto che tocchino con mano qual è il problema. C’è un problema di sicurezza, in queste condizioni il porto è inagibile. Basta pensare che stamani è uscito un rimorchiatore ed è rimasto incagliato. Viareggio ha un porto importante, centrale per la Toscana”. 

Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana: Chiediamo aiuto e sostegno alla Regione confidando nell’abituale disponibilità al dialogo dell’amministrazione toscana per poter tornare a lavorare in sicurezza e tranquillità”.

Martedì 9 gennaio dunque il Vincenzo Milù, a causa dell’insabbiamento dell’imboccatura, si è incagliato contro gli scogli. L’imbarcazione durante le manovre di uscita per una battuta di pesca è rimasta incagliata nella sabbia che ostruisce l’avanporto. Il vento e le correnti l’hanno spinta verso gli scogli.

 

© Riproduzione riservata

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