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Studenti picchiati a Pisa, Mattarella: “Manganelli su ragazzi fallimento”

Presidente Repubblica chiama ministro Piantedosi. Arcivescovo Pisa: "Violenza non è mai giustificata". Giani: "Inaccettabile in pronto soccorso 13 persone e 10 minorenni". Lega Salvini con Ceccardi e Ziello: "La polizia ha fatto il suo dovere". Fossi, Pd: "Donzelli e Lega vergognosi. Tirano le orecchie al sindaco di Pisa di loro coalizione"

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PISA – Studenti picchiati a Pisa, Mattarella: “Manganelli su ragazzi fallimento”.

Studenti picchiati a Pisa, il presidente della Repubblica Mattarella chiama il ministro dell’Interno Piantedosi.

“Il presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

E’ quanto si legge in una nota del Quirinale sabato 24 febbraio, il giorno dopo quanto accaduto venerdì 23 febbraio a Pisa. Con le immagini dei manganelli della Polizia contro i manifestanti pro Palestina a Pisa che hanno fatto il giro del web.

 

Eugenio Giani, presidente Regione Toscana: ”Ritengo che il ministro Piantedosi debba fare una bella analisi di coscienza” su quanto avvenuto a Pisa. ”Non è accettabile che io come responsabile dell’autorità sanitaria in Toscana abbia dal direttore del pronto soccorso un’analisi di 13 persone presenti e 10 minorenni. Ritengo indegne le scene che abbiamo visto sui social”.

E c’è la posizione della Chiesa di Pisa con l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto: “La violenza non è mai giustificata”.

Lega Salvini con l’europarlamentare di Cascina Susanna Ceccardi e il deputato pisano Edoardo Ziello esprime solidarietà alle forze dell’ordine.

Ceccardi: “La polizia ha fatto il suo dovere, va ringraziata e difesa dagli ignobili attacchi della sinistra”.

Ziello: “Ringrazio donne e uomini in divisa che, ancora una volta, hanno dimostrato un alto senso delle istituzioni e di saper svolgere il proprio lavoro in modo impeccabile”.

Mentre il sindaco leghista di Pisa Michele Conti aveva subito preso posizione: “Ho telefonato a Questore e Prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto. A entrambi ho ribadito che chiunque deve essere libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, sempre. E che Pisa, da sempre, è luogo di incontro e confronto”.

Emiliano Fossi, deputato e segretario Pd Toscana: “Dopo le violenze di ieri sugli studenti a Pisa, il sindaco (di destra) della città ha “richiamato” Questore e Prefetto per la pessima gestione dell’ordine pubblico. Subito è stato “rimproverato” da Donzelli e dalla Lega, a cui evidentemente piace vedere studenti minorenni manganellati senza motivo. Ad una destra divisa, incapace di gestire le piazze se non con la forza, la miglior risposta sono state le migliaia di persone di ieri sera. L’Italia che resiste.

Sono divisi anche sulla condanna delle violenze di ieri. Donzelli e la Lega vergognosi, tirano le orecchie al sindaco di Pisa, che è della loro coalizione, perché ha richiamato il Questore e il Prefetto per la gestione indegna delle manifestazioni di ieri”.

Intanto il ministro Piantedosi vedrà lunedì 26 febbraio alle 12 i leader dei sindacati confederali. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, aveva infatti chiesto “un incontro in tempi rapidi a seguito delle cariche violente di cui sono state oggetto le studentesse e gli studenti a Pisa ed anche in altre città e su cui vogliamo esprimere fin d’ora la nostra disapprovazione e preoccupazione democratica”.

Il Consiglio Pastorale dell’arcidiocesi di Pisa esprime “profonda preoccupazione e sconcerto per gli scontri” avvenuti nella mattinata di ieri nel centro della città, causando il ferimento di alcuni studenti, anche minorenni. “La violenza non è mai giustificata. In attesa che si faccia luce sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine, le autorità competenti intervengano per garantire il corretto e pacifico confronto democratico, tutelando la sicurezza di tutti, dei giovani in particolare”. Nella nota si sottolinea che la Chiesa crede nel “dialogo pacifico e nel ripudio della violenza in tutte le sue forme. E’ l’unico percorso capace di edificare la nostra casa comune su solide basi”.

Edoardo Ziello, Lega Salvini: “Dal video si vede chiaramente che questi manifestanti oltre a rivolgere pesanti offese nei confronti dei poliziotti in servizio, hanno provato, più volte, ad avere un contatto fisico violento con gli agenti (uno dei quali colpito dai manifestanti cade a terra).Io ho manifestato più volte, ma non l’ho mai fatto senza autorizzazione e andando addosso alle forze dell’ordine per provare a sfondare un loro presidio. Il tentativo di delegittimazione delle forze dell’ordine con video girati ad arte è vergognoso come lo è chi ha soffiato sul fuoco contro la polizia. Io sarò sempre dalla parte delle nostre donne e dei nostri uomini in divisa che, certamente, non godono ad usare il manganello, ma lo fanno solo quando sono costretti a farlo come in questo caso.

 

Lega Salvini interviene anche con i consiglieri regionali Elena Meini e Giovanni Galli, campione del mondo 1982 in Spagna: “Premettiamo, che è doveroso fare piena chiarezza su quanto accaduto a Firenze e Pisa durante due manifestazioni studentesche, ma non accettiamo la classica levata di scudi della sinistra, Pd in testa ed i soliti correlati processi sommari ai nostri poliziotti. Da vari esponenti dei dem, ad ogni livello, è partito, infatti, un fuoco di fila di dichiarazioni che criticano apertamente il comportamento degli agenti, chiamati a far sì che i cortei nelle due predette città non oltrepassassero determinate zone. Chiediamo, dunque, di evitare ogni palese tipo di mera strumentalizzazione politica”.

Susanna Ceccardi scrive via social che i cortei “non erano autorizzati dalle questure e volevano scatenare il caos nel centro di Pisa e di Firenze. La polizia ha fatto il suo dovere, va ringraziata e difesa dagli ignobili attacchi della sinistra che ancora una volta ci offre la narrazione di un mondo al contrario, in cui chi calpesta le regole del vivere e manifestare civilmente è dalla parte giusta, mentre chi fa rispettare la legalità e la sicurezza di tutti è un criminale.

Giuseppe Conte, ex premier, leader M5S, via social: “Presidente Meloni, ancora una volta sei rimasta silente senza proferire parola, ignorando le violente manganellate che ieri hanno provato a silenziare i giovani scesi pacificamente per le strade di Pisa e Firenze.
Non si tratta di un caso isolato: sono episodi che si stanno ripetendo da Torino a Milano, da Vicenza a Catania. E tu, Giorgia Meloni, continui a tacere, a nascondere la testa sotto la sabbia.
Abbiamo chiesto al Ministro dell’Interno Piantedosi di riferire urgentemente in Parlamento, sulla preannunciata “riflessione e verifica sugli aspetti organizzativi e operativi”.
La questione però coinvolge più ampiamente le responsabilità dell’intero Governo sulla gestione delle manifestazioni di protesta e si ricollega anche all’inasprimento delle norme che il Governo sta perseguendo per reprimere il dissenso.
Presidente Meloni, ricordi le parole che hai pronunciato quando in Parlamento hai chiesto e ottenuto la fiducia? Allora dichiarasti solennemente: “Difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro Governo, perché inevitabilmente tornerà nella mia mente una storia che è stata anche la mia. Io ho partecipato a tantissime manifestazioni nella mia vita. Aggiungesti anche un’esortazione: “Siate liberi!”. A rileggerla oggi quella esortazione si rivela una presa in giro.
Che fine ha fatto quel tuo “moto di simpatia”? Dov’è oggi il riconoscimento del legittimo diritto al dissenso? Hai incitato i nostri ragazzi a credere alle proprie idee, ad agire di conseguenza, a non rinunciare alla libertà. È bastato un anno e mezzo di Governo, di giornate rinserrate nel palazzo, per cambiare totalmente idea: la retorica dell’ardore giovanile scompare sotto i ruvidi colpi di manganello.
Un’altra abiura, l’ennesima retromarcia”.

© Riproduzione riservata

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