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Medaglie d’onore in Toscana: cerimonia consegna in prefettura

Medaglie d’onore in Toscana: cerimonia consegna in prefettura

Medaglie d’onore a Lucca e Livorno, consegnati nelle prefetture dai rispettivi prefetti Giusi Scaduto e Giancarlo Dionisi i riconoscimenti  conferite alla memoria dei militari internati e deportati durante il secondo conflitto mondiale.

A Lucca la prefetta Giusi Scaduto, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni di residenza dei destinatariCamaiore, Piazza al Serchio e Seravezza– ha consegnato i riconoscimenti ai familiari degli internati. “Tale gesto rappresenta il segno tangibile della gratitudine della Repubblica Italiana verso coloro che, con sacrificio e coraggio,hanno affrontato le sofferenze della deportazione”.

Le medaglie d’onore sono state conferite alla memoria di: Altemura Nicola, Baroni Giulio, Lari Giuseppe, Mancini Giuseppe, Corbellini Armando, Farinelli Alfonso, Graziani Pietro e Piagentini Rino.

Nel corso della cerimonia, i parenti degli insigniti hanno condiviso i ricordi sulle sofferenze patite dai loro congiunti, alcuni dei quali non hanno potuto fare ritorno dai loro cari.

Prefetta Scaduto: “Sono stati momenti di grande commozione e per questo vi ringrazio. La memoria può essere coltivata solo attraverso le storie individuali di chi di quei tragici eventi è stato protagonista e che non dobbiamo mai smettere di onorare con gratitudine. Solo così la memoria diventa collante e anticorpo sociale, esempio virtuoso da cui trarre energia per fronteggiare le sfide del presente”.

Nel Palazzo del Governo di Livorno la cerimonia di consegna.

Medaglie d'onore a Lucca e Livorno: cerimonia consegna in prefettura
Medaglie d’onore a Lucca e Livorno: cerimonia consegna in prefettura (Foto Prefettura di Livorno)

Due le medaglie,ritirate dai loro familiari, concesse ai militari deceduti di questa provincia: Burgalassi Ilio, deportato dal 3 gennaio 1943 al 5 luglio 1945 nel campo di concentramento Stalag VII -A, situato a nord della città di Moosburg, nel sud della Baviera, e RosatiCirillo, deportato nel campo di concentramento STALAG XI B a Fallingbostel (Bassa Sassonia) dall’11/09/1943 al 30/08/1944.

La consegna si è svolta nell’ambito della cerimonia tenutasi per la Giornata della Memoria che ha visto la partecipazione di autorità civili, militari e religiose, dei rappresentanti di Anpi ed Anppia , di Istoreco e della Comunità Ebraica di Livorno. Altresì, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale- Ambito territoriale Provinciale Ufficio VIII Livorno, la cerimonia ha visto la partecipazione di studenti e docenti dell’Istituto comprensivo Micali di Livorno per un emozionante contributo musicale. Inoltre, è stata ospite la professoressa Giuliana Menasci, che ha narrato la storia di allontanamento da Livorno per sfuggire alle deportazioni e la giornalista Rai Vera Paggi, con un intervento sul suo libro ‘La breve estate. Storia di Goffredo che nessuno poté salvare”.

Prefetto Dionisi:”La Giornata della Memoria non è soltanto un momento di commemorazione, ma anche un’occasione per riflettere sul passato e assumere un impegno per il futuro. Ricordare le atrocità della Shoah non è un atto di mera rievocazione storica. È un dovere morale, un esercizio di consapevolezza collettiva che ci impone di non dimenticare le sofferenze, le ingiustizie, e il coraggio di milioni di uomini, donne e bambini che furono vittime dell’odio e dell’intolleranza.

Livorno, città di tradizioni aperte e solidali, ha sempre incarnato i valori di inclusione e rispetto. Questa città, che ha accolto nei secoli culture diverse, è un simbolo di quanto sia possibile convivere nella diversità. Ed è proprio in nome di questi valori che oggi siamo chiamati a ricordare, per impedire che si ripetano le terribili pagine del passato.

Tuttavia, ricordare non è sufficiente se non accompagniamo la memoria con l’azione. Viviamo in tempi in cui i semi dell’intolleranza e dell’odio continuano a manifestarsi sotto nuove forme. I fenomeni di discriminazione, di antisemitismo e di razzismo nonappartengono soltanto al passato: sono ferite aperte nella società contemporanea. Sta a noi, come comunità e come individui, contrastare ogni atteggiamento che metta a rischio i diritti fondamentali di ogni persona.

Questa giornata ci ricorda che la libertà, la dignità umana e la democrazia non sono conquiste scontate. Sono valori da difendere con impegno costante, attraverso l’educazione delle nuove generazioni, il dialogo e la costruzione di una società più giusta.

Mi permetto di rivolgere un pensiero particolare ai giovani qui presenti. A voi spetta il compito di portare avanti la memoria, di trasformarla in impegno quotidiano, di essere sentinelle contro ogni forma di indifferenza. Perché, come ci ha insegnato Primo Levi, “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo.

Concludo con un invito: che questo giorno non sia solo una data sul calendario, ma un richiamo permanente alle nostre coscienze. Ricordiamo, impariamo, agiamo. Così onoreremo veramente il sacrificio di chi ha sofferto e costruiremo un futuro più umano e solidale.

CINZIA GORLA

© Riproduzione riservata

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