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Meteo, addio alle inversioni termiche: arriva l’impulso artico. Neve a bassa quota per Capodanno?

FIRENZE –  Un risveglio dai due volti per la Toscana. La giornata di oggi (29 dicembre) si è aperta con il fenomeno marcato delle inversioni termiche. Mentre in pianura si battevano i denti, in montagna il clima era quasi primaverile. I dati sono eloquenti: nelle vallate si sono toccati i -6,7 gradi a Ortignano (Arezzo) e i -6 a Borgo San Lorenzo. Gelo intenso anche nel pisano (-4,6 a Montopoli) e nel Chianti. Bastava però salire di quota per trovare un mondo opposto: quasi 8 gradi a Volterra, oltre 6 a San Gimignano e valori positivi persino all’Abetone. È l’effetto della compressione dell’alta pressione, che ha schiacciato al suolo l’aria fredda residua del Natale. Ma questa stasi atmosferica ha le ore contate.

Il copione cambierà radicalmente nelle prossime ore. Già da stasera aumenteranno le nubi. Domani mattina attese pioviggini tra pisano e livornese. Dal pomeriggio di domani, martedì 30, irromperà il terzo impulso artico. Sarà aria di origine continentale, molto fredda a tutte le quote. Le conseguenze? Un crollo termico verticale su tutta la regione. In serata sono previste deboli nevicate fino al fondovalle tra Mugello, Casentino e Val d’Orcia. Il vento di Grecale potrebbe portare qualche fiocco ‘coreografico’ anche tra le province di Siena e Arezzo.

Il 31 dicembre sarà una giornata di ghiaccio ovunque, con la montagna sotto zero per 24 ore. Attenzione poi al giorno di Capodanno. Dopo le gelate notturne, i venti ruoteranno da sud-ovest portando nubi e precipitazioni. Visto il cuscino freddo, dal pomeriggio dell’1 gennaio non si escludono deboli nevicate fino in pianura o quote collinari molto basse. Le zone più a rischio sono quelle a nord dell’Arno (Pistoia, Prato) e le vallate appenniniche, ma gli ultimi aggiornamenti includono anche l’aretino e il senese. Si tratterà comunque di fenomeni brevi e deboli: nessuna nevicata storica in vista, ma scenari suggestivi.

Cosa accadrà dopo il 3 gennaio? Qui la meteorologia impone prudenza. I modelli matematici non sono concordi: il canadese (Gem) vede il perdurare del freddo, mentre l’americano (Gfs) e l’europeo (Reading) ipotizzano una scaldata, seppur con molti dubbi. È il bello e il difficile di questa scienza. Prevedere il freddo, influenzato dall’orografia e da masse d’aria instabili, è molto più complesso che prevedere il caldo. Diffidate da chi lancia sentenze certe a giorni di distanza o da chi urla al “gelo storico” per fare click. Allo stesso modo, sbaglia chi sostiene che “non farà più freddo” a causa del riscaldamento globale. Il Ggobal warming è una realtà innegabile, ma non impedisce ondate di gelo localizzate e intense. Basta guardare cosa sta accadendo nei Balcani o negli Usa, stretti in una morsa di ghiaccio. La serietà sta nell’analizzare i dati passo dopo passo, accettando l’imprevedibilità della natura.

REDAZIONE

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