Primo giorno di scuola in Toscana, 450mila studenti tra i banchi.
Primo giorno di scuola in Toscana, lunedì 16 settembre ha preso il via il nuovo anno scolastico per circa 450mila studenti in Toscana.
Eugenio Giani, presidente Regione Toscana,
ha inaugurato il nuovo anno scolastico a Roccastrada, Grosseto: “Oggi a Ribolla, insieme al sindaco Francesco Limatola, abbiamo suonato la prima campanella nel nuovo polo scolastico. Un edificio moderno e sostenibile, realizzato anche grazie al contributo della Regione Toscana. Un impegno concreto per il futuro dei nostri ragazzi e della comunità”.
Poi: “Oggi è il primo giorno di scuola per oltre 450mila studenti in tutta la Toscana. A voi, cari ragazzi e ragazze, auguro un anno pieno di scoperte, di crescita e di soddisfazioni.
Un pensiero speciale va anche ai docenti, al personale scolastico, ai genitori e ai nonni, sempre al fianco dei nostri studenti. Siete il cuore pulsante della nostra comunità educativa.
E un ringraziamento sincero va a tutti coloro che, dietro le quinte, garantiscono il funzionamento della scuola: dal personale dei trasporti a chi assicura la sicurezza. È grazie al vostro impegno se possiamo offrire un’istruzione di qualità e un ambiente sicuro per i nostri giovani.
Buon inizio a tutti! La Toscana è con voi, passo dopo passo, verso il futuro”.
Alessandra Nardini, assessora regionale: “Per tante bambine e tanti bambini oggi sarà un giorno da ricordare per sempre: il primo giorno di scuola.
Per altre e altri, di tutte le età, sarà un nuovo inizio in una nuova scuola o un rientro, un passo fondamentale in più nel loro percorso di crescita.
È una giornata speciale, un’emozione che, se ci penso, riesco ancora a sentire. A tutte e tutti voi voglio mandare gli auguri di buon anno scolastico e dirvi: seguite le vostre inclinazioni, studiate con passione, non lasciate mai che qualcuno vi dica “questo non fa per te”, lo dico soprattutto alle ragazze. Ci potranno essere inciampi e cadute in questo percorso, ma non sono fallimenti definitivi, si deve rialzarsi e, se necessario, poter cambiare anche strada. La scuola ha il dovere di aiutarvi, sostenervi.
A noi grandi, invece, l’augurio di saper essere una comunità educante che, insieme al prezioso lavoro di tutte e tutti coloro che lavorano nella scuola e che oggi non vengono adeguatamente valorizzati nel nostro Paese, sappia costruire una scuola dell’uguaglianza, che sia davvero luogo di emancipazione, dove vengono rimossi tutti gli ostacoli economici e sociali affinché nessun destino sia già scritto alla nascita. Una scuola che consenta il pieno sviluppo dei talenti e delle attitudini, che ci aiuti a cambiare la nostra società, liberandola da pregiudizi e stereotipi, che educhi al rispetto delle differenze, tutte, e alla parità.
Questa è la scuola in cui crediamo, non la scuola con classi separate per studentesse e studenti con disabilità o con un ‘tetto’ per quelle e quelli con background migratorio. Non la scuola della competizione smodata ma quella che sa riconoscere e valorizzare i talenti di ognuna e ognuno. Non la scuola del cosiddetto merito che, senza pari opportunità, diventa solo la scuola del privilegio”.