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La Toscana del lavoro, in crescita occupazione stabile.
La Toscana del lavoro, cresce occupazione stabile, anche rispetto agli anni pre Covid.
Toscana “che si prende cura di chi si avvia al lavoro o di chi lo ha perso, seguendo da vicino, spesso con successo, le vertenze aziendali che coinvolgono territori e lavoratori. E che può vantare il primato tra le regioni italiane per esiti occupazionali positivi dei beneficiari di Gol (Garanzia occupabilità lavoratori), il programma di riforma delle politiche attive del lavoro previsto dal Pnrr”.
È in estrema sintesi il quadro emerso nel corso di ‘La Toscana del Lavoro’ al Cinema La Compagnia di Firenze, primo evento del Festival dell’Identità toscana, ciclo di appuntamenti pensati dalla presidenza della giunta per confrontarsi sulla Toscana del presente e del futuro.
Nel 2023, rendiconta Regione Toscana, gli occupati sono 1.628.035. In crescita rispetto al 2022 di 10mila unità, +0,6%.
Il tasso di occupazione è al 69,3%. Sulla base dei dati Irpet, aumenta sia sull’anno precedente (+0,7%), sia sull’era pre Covid (+2,5% rispetto al 2019), registrando uno degli incrementi più elevati tra le regioni del centro nord del Paese. Agli stessi livelli della Lombardia e immediatamente alle spalle di Veneto e Emilia-Romagna che guidano la classifica.
Tasso di occupazione maschile al 76,4% (73,3% nel 2019); quello femminile al 62,3% (60,6% nel 2019), mentre quello giovanile (15-34 anni) ha raggiunto quota 50,6% (47,3% nel 2019).
Tra gennaio e novembre 2023 gli avviamenti hanno superato di circa 86mila unità le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e sono stati 9mila in più rispetto al 2022 (77mila).
A trainare l’aumento delle posizioni di lavoro (+3,1%) sono i contratti a tempo indeterminato (+4,2% a fronte dello 0,4% dei contratti a termine), per effetto principale della dinamica delle trasformazioni da tempo determinato o da apprendistato. Complessivamente il saldo è pari a 40mila posizioni di lavoro dipendenti stabili in più, superiore agli anni precedenti.
Le ultime rilevazioni dell’Ufficio di monitoraggio dell’Unità di Missione PNRR e di Anpal dicono che la Toscana è tra le Regioni migliori nell’attuazione del programma ed è la prima Regione in termini di esiti occupazionali.
Con il 73,5% dei beneficiari (97.479 su 132.699) è in testa alla classifica per esiti occupazionali positivi (lavoro di durata uguale o superiore a sei mesi dopo la presa in carico).
Sono 132.699 i beneficiari al 31 gennaio 2024 (41.389 nel 2022 e 83.794 nel 2023), dopo aver raggiunto con largo anticipo e superato di gran lunga i target definiti dal Ministero del Lavoro per la prima e seconda annualità (34.560 beneficiari nel 2022, 58.100 beneficiari).
A oltre l’88% dei beneficiari (media nazionale al 52%) è stata proposta/avviata almeno una politica attiva tra quelle previste nei patti di servizio personalizzati, subito dietro a Fvg e Emilia Romagna.
Più nel dettaglio, sono state prese in carico per il 58,2% donne e per il 41,8% uomini. Per quanto riguarda la fascia di età: 27,8% fino a 29 anni, 53,9% tra i 30 e i 54 anni, 18,3% over 55.
Erogate 854.857 politiche attive, di cui 485730 di reinserimento lavorativo; 226.617 di upskilling (aggiornamento competenze); 104882 di reskilling (riqualificazione); 37.628 per la categoria “lavoro e inclusione” (soggetti fragili).
Il rafforzamento dei servizi per l’impiego
Nata nel 2018, oggi Arti, illustra Regione Toscana, l’Agenzia regionale toscana per l’impiego, coordina una rete regionale dei Centri per l’Impiego sempre più diffusa e prossima ai territori: 53 sedi a cui si aggiungono, anche grazie a Gol, 20 sportelli territoriali aperti negli ultimi due anni. In sei anni è più che raddoppiato il personale passato da 405 a 973 unità. Altri 10 sportelli territoriali saranno operativi entro il 2025.
Nel 2023 sono stati 249.239 gli utenti presi in carico dai Cpi, 1.035.008 le politiche attive erogate, 19.902 le imprese rivoltesi alla rete e 32.377 le offerte di lavoro pubblicate sul portale Toscana Lavoro (nel 2022 erano 27.491).
Sul fronte dei processi di digitalizzazione, entro il 2024 in tutti entreranno in funzione i tablet per la firma grafometrica, per la digitalizzazione dei fascicoli sin dall’origine e l’accesso di ogni cittadini alla propria cartella tramite Spid sul portale Toscana Lavoro. La Toscana, poi, è la prima Regione a introdurre l’attestato digitale delle competenze.
Crescono i servizi a distanza (anche per le imprese): nel 2023 34.754 colloqui da remoto (27.531 nel 2022). Per avvicinare domanda e offerta gli operatori dei Cpi svolgono attività anche all’esterno delle proprie sedi, presso aziende, scuole, università: nel 2023 realizzati oltre 3000 eventi (720 nel 2022), tra orientamento nelle scuole, Job days e recruitment days, Open days, Fiere, Carrer days.
Potenziate le attività di comunicazione. Arti è presente su Facebook e Instagram, Linkedin, Tik Tok, e Youtube anche con reels e podcast.
L’85% degli utenti si dice soddisfatto (82% nel 2022) dei servizi toscani per l’impiego e oltre il 90% apprezza chiarezza e completezza delle informazioni ricevute. Aumentato nel 2023 il gradimento delle imprese verso i servizi di ARTI, passando dal 77,7% al 82,2%
La strategia e le risorse
Alle sfide delle transizioni in atto la Regione Toscana “risponde con una strategia di integrazione tra politiche per il lavoro, politiche per la formazione e politiche per l’istruzione.
Le misure sono state al centro della concertazione delle parti sociali all’interno della Commissione regionale tripartita e sono stati siglati patti territoriali, per favorire alleanze formative volte alla rilevazione dei bisogni del tessuto produttivo”.
Con questo approccio la Toscana coglie le occasioni generate dalle risorse europee e nazionali: 700 milioni dal programma regionale Fse+ 2021/2027, 200 milioni del programma Gol e 53,8 milioni del Patto per il Lavoro, frutto dell’intesa del 2021 con il Ministero del Lavoro, guidato allora dal ministro Orlando, dopo lo sblocco dei residui storici della cassa integrazione in deroga. Particolare attenzione è rivolta giovani, donne e categorie fragili.
Alcune misure
Sono 15 i milioni dell’Fse+ e del Patto per il Lavoro investiti in incentivi alle assunzioni. Altrettanti per servizi specialistici di orientamento al lavoro e servizi per le imprese. Sono invece 14 i milioni destinati a percorsi di formazione per l’inserimento/reinserimento lavorativo in ambiti strategici (voucher formativi just in time, formazione di filiera). Grazie a Gol e al Patto per il lavoro, spazio anche al sostegno dell’autoimpiego con 3 milioni per il progetto “Yes I Start Up – Formarsi per diventare imprenditore/imprenditrice in Toscana”. Per i lavoratori e lavoratrici coinvolti in crisi aziendali, 9 milioni di euro dedicati a percorsi di ricollocazione collettiva (formazione, accompagnamento al lavoro e voucher aziendali).
A sostegno dell’occupazione femminile, spicca Nidi Gratis, intervento cardine della legislatura, su cui l’investimento nel settennato Fse+ 21/27 è pari a 244 milioni. Interventi per 8,7 milioni di euro su welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro, 3 milioni e mezzo per sostenere l’autonomia di donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza
Tra gli interventi per i più giovani 26 milioni per l’offerta più ampia di sempre dell’Istruzione Tecnologica Superiore (ITS Academy), 22 milioni per i percorsi di alta formazione, 27 milioni e mezzo di euro recentemente stanziati per i tirocini extra curriculari, al centro di una riforma regionale che aumenta il rimborso minimo mensile per i tirocinanti e vincola all’effettiva assunzione i contributi ai datori di lavoro.
Le crisi aziendali e la difesa dell’occupazione
A difesa dell’occupazione e del sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalle crisi o coinvolti in processi di ristrutturazione aziendale opera la struttura dell’Unità di crisi lavoro regionale.
A oggi, fa il punto Regione Toscana, sono 38 le vertenze (5680 lavoratori coinvolti direttamente o dell’indotto) risolte totalmente o parzialmente, o in via di risoluzione, nell’ambito dei tavoli attivati dall’Unità. In altri 12 casi (1300 lavoratori) la vertenza risulta essere “in transizione”, con un possibile esito positivo.
Sono 10 (3400 lavoratori circa) le crisi conclamate, ovvero ancora aperte o prese in carico recentemente. Infine, 13 (4900 lavoratori) i tavoli di sorveglianza dedicati ad attività di prevenzione di possibili emergenze occupazionali e/o che necessitano di un ambito istituzionale di confronto.