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Manganelli contro studenti, Consiglio regionale: “Ferma condanna”

In aula istituzionale Toscana approvata mozione Pd-Italia Viva-M5S. Impegno giunta ad attivarsi con Governo e ministero Interno "affinché sia fatta in tempi rapidi chiarezza". Respinta mozione Lega-FdI

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Manganelli contro studenti, Consiglio regionale: “Ferma condanna”

Manganelli contro studenti, gli scontri di Pisa e Firenze hanno caratterizzato i lavori del Consiglio regionale della Toscana mercoledì 28 febbraio.

Due mozioni nel Consiglio regionale presieduto da Antonio Mazzeo. Presentate  una da Italia Viva, Partito democratico, e Movimento 5 Stelle, l’altra da Lega e Fratelli d’Italia.

L’Aula ha approvato la prima, con 22 voti favorevoli (IV, Pd e M5s) e 10 contrari (Fratelli d’Italia e Lega). Respinta la seconda, con 11 favorevoli (Fratelli d’Italia e Lega) e 22 contrari (Pd, Iv e M5s).

La mozione approvata, “in merito alla ferma condanna di quanto accaduto nei confronti delle studentesse e degli studenti di Pisa e di Firenze in occasione delle manifestazioni”, è stata presentata da Stefano Scaramelli di Italia Viva, Vincenzo Ceccarelli del Pd e Irene Galletti del Movimento 5 Stelle.

Esprime “ferma condanna per il grave accaduto e l’auspicio che non si ripetano approcci e pratiche operative per la gestione dell’ordine pubblico come quelle verificatesi in Toscana nei recenti episodi” e impegna la Giunta regionale “ad attivarsi nei confronti del Governo e del ministero dell’Interno affinché sia fatta in tempi rapidi chiarezza e vengano spiegate le ragioni, con particolare riferimento al ruolo svolto dai responsabili ai diversi livelli operativi, in merito alla gestione dell’ordine pubblico in occasione delle manifestazioni di Pisa e Firenze svoltesi in data 23 febbraio 2024. Quando gruppi di manifestanti, in gran parte minorenni, venivano improvvisamente fatti oggetto di cariche con manganelli, in conseguenza delle quali si contavano oltre dieci feriti tra gli studenti”.

La mozione respinta che vede come prima firmataria Elena Meini (Lega), impegna la giunta regionale “a riaffermare che fondamento della democrazia è prima di tutto il rispetto delle regole per tutti gli attori della vita pubblica; a ribadire il diritto a manifestare le proprie idee per tutti, in ogni circostanza e forma e su ogni argomento, all’interno di una cornice di legalità. Ad esprimere vicinanza a quegli studenti che manifestavano pacificamente e alle loro famiglie. Ad esprimere altresì vicinanza alle forze dell’ordine che quotidianamente si impegnano per garantire a ciascuno la possibilità di esprimere la propria opinione, e che sono state oggetto anche nella manifestazione del 23 febbraio di insulti, minacce sputi e provocazioni in particolar modo da elementi esterni alla comunità studentesca pur presenti nel corteo. A farsi portatrice del principio che la diatriba politica, quand’anche aspra e accesa, non degeneri mai in violenza né fisica né verbale”.

Scaramelli, illustrando la prima mozione in aula, ha sottolineato come i fatti occorsi “rendano necessaria una riflessione” che trova il suo punto di caduta nelle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito un fallimento usare i manganelli con i ragazzi. “Quello che è accaduto a Pisa è gravissimo, non ha precedenti in questa regione Si è reagito con una violenza sproporzionata rispetto a quella che era la manifestazione”. Ricordando l’articolo 21 della Costituzione, Scaramelli ha commentato che “la libertà si esercita, non si concedere”, e che “deve essere condannato l’uso dei manganelli contro chi sta esercitando la libertà di esprimere la propria opinione”, ringraziando altresì le forze dell’ordine per il loro lavoro quotidiano.

Elena Meini, nella sua illustrazione, ha spiegato come la mozione presentata dal centrodestra è volutamente scarna perché “sui fatti accaduti quel giorno sono già in corso delle indagini, affidate ai Carabinieri, e dunque abbiamo deciso di non dare giudizi in quanto garantisti”. “Vogliamo riaffermare il diritto a manifestare ma nel rispetto delle regole”, ricordando che “Pisa non è un territorio che ha sempre garantito a tutti il diritto di manifestare, ci sono state fasi alterne”.

Irene Galletti ha commentato che “i giovani sono il nostro futuro e devono prendere esempio dal nostro operato. Nello stato di diritto nessuno è al di sopra della legge e delle regole, e non si può, come qualcuno ha fatto, invocare lo stato diritto solo per quanto riguarda i ragazzi. Nello stato di diritto le forze dell’ordine ricevono dal popolo il ruolo di gestire secondo le regole l’esercizio del diritto a manifestare”.

Diego Petrucci (FdI) ha innanzitutto voluto ringraziare “il sindaco di Pisa Michele Conti per l’atteggiamento equilibrato, pacato e prudente che ha tenuto in questa vicenda fin dal primo momento”. Ha poi detto che “il diritto a manifestare è inequivocabile ma trova il limite nel rispetto delle regole. Lo stato di diritto si fonda sul rispetto delle regole e sui chi deve garantirle. Le forze dell’ordine sono state oggetto di sputi e insulti ingiustificabili, anche da parte degli studenti.” Secondo Petrucci “è una vergognosa strumentalizzazione delle forze di sinistra dire che oggi in Italia è a rischio la libertà di manifestare, tutti giorni ci sono decine di manifestazioni”. “E’ però vero che a Pisa non sempre è stato possibile manifestare il proprio pensiero, c’è stato chi pensava di poter decidere chi poteva manifestare e chi no. Io ho subito un attentato e sono stato due anni sotto scorta”.

Cristina Giachi (Pd), riferendosi all’intervento di Petrucci, ha sottolineato come quanto successo in passato, l’aver subito minacce o aver visto conculcata la propria libertà, non legittima “chi oggi ha usato la violenza, fallendo nel proprio compito istituzionale di garantire l’espressione e l’esercizio dei diritti da parte dei cittadini”. “Quello che è avvenuto è semplice: la situazione è sfuggita di mano e ciò ha dimostrato il fallimento nell’interpretazione di un ruolo istituzionale. Ammetterlo non rappresenta una contrapposizione ideologica alle forze dell’ordine, ma un appello accorato affinché svolgano il loro ruolo nel rispetto della funzione che ricoprono, così come accade nella gran parte delle occasioni in cui intervengono”.

Maurizio Sguanci (Italia Viva) ha ribadito che “dividersi e cercare di strumentalizzare quanto accaduto a Pisa è sbagliato”. “Ringrazio convintamente le forze dell’ordine che rappresentano uno spaccato della società nella sua eterogeneità e che si trovano, a volte, a eseguire ordini dati da altri. Ma il diritto dei giovani a manifestare pacificamente, come in questo caso, è previsto dalla Costituzione e dalla legge. Ritengo che quanto espresso dal presidente della Repubblica riassuma ciò che c’è da dire. Se vogliamo che i nostri giovani acquisiscano i valori a cui tutti noi ci ispiriamo, dobbiamo essere i primi a dare l’esempio”.

Per Marco Stella (Forza Italia), “corriamo il rischio di condannare qualcuno senza processo, così come quello di legittimare la violenza di chi va alle manifestazioni per esercitare la violenza. Non possiamo permettercelo, in un momento in cui ci aspettano mesi molto caldi. Siamo tutti d’accordo sul diritto a manifestare e sul fatto che le forze dell’ordine devono svolgere il loro lavoro senza che nessuno provi a forzare i varchi interdetti o sputi a un poliziotto. Ringrazio il sindaco di Pisa per la posizione che ha preso. Se qualcuno ha sbagliato  è giusto che venga punito. Lo stesso vale per i manifestanti. Ci sono i diritti, ma ci sono anche i doveri. Credo che non sia il caso di dividersi su diverse mozioni, sarebbe la cosa peggiore. Meglio non votare nessun atto”.

Il presidente Antonio Mazzeo ha dichiarato che “c’è un solo modo per affrontare la questione, ovvero seguire le parole del nostro Presidente della Repubblica”

Dopo l’intervento del presidente Mazzeo, il portavoce dell’opposizione Marco Landi, Lega, ha proposto: “concordare una mozione unitaria che accoglie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. A favore di questa proposta si sono espressi sia Francesco Torselli (FdI) che Diego Petrucci (FdI).

L’aula, respingendo le proposte di Landi – la prima di aspettare le parole del Ministro Piantedosi e la seconda di ritrovare l’unità attorno alle note del Quirinale – e quella di Petrucci, che aveva chiesto una sospensione per arrivare ad un atto condiviso, si è quindi pronunciata per procedere al voto sulle due mozioni presentate in apertura del dibattito.

Nell’atto della maggioranza è stato inserito un emendamento, dei tre firmatari, che nella narrativa ha aggiunto: “Considerato che tale condotta danneggia il lavoro e la reputazione di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che quotidianamente svolgono il proprio servizio senza eccessi a tutela dei cittadini e nei confronti dei quali va il doveroso apprezzamento”.

© Riproduzione riservata

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